New York - Facebook ha respinto le accuse di non presentare deliberatamente nella sezione 'Trending News' articoli provenienti da testate conservatrici o relativi a politici di destra. Tom Stocky, responsabile del dipartimento che si occupa della sezione (composta in gran parte da giornalisti) ha quindi smentito le dichiarazioni rese al sito specializzato 'Gizmodo' in forma anonima da un presunto ex responsabile di 'Trending News', secondo il quale il materiale riferito a una determinata area politica non veniva presentato nella barra 'Trending News' per scelta editoriale.
"Venivo in ufficio e scoprivo che la Conservative Political Action Conference o Mitt Romney o Glenn Beck o popolari temi conservatori non avrebbero figurato tra i 'trending' perche' o il curatore non si era reso conto si trattasse di notizie o perche' aveva una specie di pregiudizio", ha raccontato l'ex dipendente. "Prendiamo queste notizie in maniera estremamente seria e non abbiamo trovato prove che le accuse anonime siano vere", ha scritto Stocky sul social network, "Facebook e' una piattaforma per persone e punti di vista di tutto lo spettro politico". Stocky ha spiegato che la popolarita' delle notizie e' determinata da un algoritmo e ai dipendenti della sezione spetta solo controllare che si tratti effettivamente di articoli relativi a temi di tendenza: "Ci sono linee guida rigorose perche' il team di revisione accusi la coerenza e la neutralita' e queste linee guida non consentono la soppressione di punti di vista politici ne' il dare priorita' ad altri". Stocky respinge cosi' anche le accuse di aver deliberatamente inserito tra i 'Trending Topics' l'hashtag #BlackLivesMatter, un movimento che e' effettivamente nato su Facebook: "Abbiamo esaminato questa accusa e abbiamo riscontrato che e' falsa, non inseriamo storie artificialmente ne' incarichiamo i nostri revisori di farlo".
'Gizmodo' ha attaccato piu' volte Facebook su questi temi, basandosi sovente su fonti anonime. Le opinioni politiche del numero uno del gruppo Marck Zuckerberg sono nondimeno note (e allineate con le tendenze generali dei grandi manager della Silicon Valley). "Ho sentito voci spaventose che chiedono di costruire muri e tenere a distanza le persone considerate 'altri', bloccare la liberta' d'espressione, rallentare l'immigrazione, ridurre il commercio e, in certi casi, anche l'accesso a internet", aveva dichiarato Zuckerberg durante l'ultima conferenza degli sviluppatori di Facebook, riferendosi chiaramente, pur senza nominarlo, al candidato repubblicano alle presidenziali Usa, Donald Trump. (AGI)
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