Roma - I jihadisti dell'auto-proclamato Stato Islamico (Daesh), che hanno occupato Mosul dal giugno 2014, nella giornata di ieri hanno chiuso almeno sei grandi moschee nella zona occidentale della metropoli nordirachena, compresa la moschea di az-Zahara. Lo riferiscono fonti locali, rilanciate da Raafat al-Zarari, portavoce del Centro Media Niniveh (Niniveh Media Center). La chiusura è stata annunciata alla popolazione locale insieme al divieto di utilizzare quei luoghi di culto per le preghiere quotidiane.
Rimangono oscure le ragioni della chiusura. I miliziani jihadisti hanno giustificato la disposizione chiamando in causa misure di sicurezza e rimarcando che in quell'area urbana il numero di moschee aperte sarebbe eccessivo, in relazione alla popolazione rimasta. Ma secondo diversi osservatori locali, i leader del Daesh mirerebbero a trasferire nelle moschee armi e centri operativi mediatici, per continuare a far circolare i propri messaggi e i propri video, nella speranza che le moschee vengano risparmiate dalle incursioni aeree della coalizione anti-Daesh. Domenica 24 aprile, nel centro di Mosul, era stata devastata con l'uso di esplosivo la chiesa latina officiata storicamente dai Padri Domenicani e nota come la "chiesa della Madonna miracolosa" o anche come la "chiesa dell'orologio".
Le fonti ufficiali del Patriarcato caldeo hanno attribuito il sacrilego atto vandalico ai militanti del Daesh. Secondo fonti locali, i jihadisti del Daesh avrebbero evacuato la zona circostante la chiesa e avrebbero prelevato dall'edificio sacro tutto cio' che poteva essere saccheggiato, prima di far deflagrare le cariche di esplosivo. Nel luglio 2014, a Mosul, i jihadisti avevano distrutto anche la moschea intitolata al Profeta Giona, che era meta di pellegrinaggio cara a musulmani sciiti e sunniti. (AGI)