Roma - L'Austria avverte, "siamo pronti a chiudere il Brennero", e intanto prepara la costruzione di barriere anche al confine con l'Ungheria. Il ministro della Difesa, Hans Peter Doskozil, non ha escluso la possibilita' di chiudere la frontiera con l'Italia nel caso la pressione dei migranti creasse "una situazione estrema". L'Italia, attraverso il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha ga' detto che "se accadesse, sarebbe gravissimo". Il governo ha gia' chiesto l'intervento dell'Ue e la Commissione ha fatto sapere che "rispondera'" all'Italia, non prima di aver valutato le misure adottate dall'Austria, da cui "si attendono chiarimenti". Il ministro austriaco ha avvertito che non sarebbe accettabile se l'Italia lasciasse transitare un grande flusso di migranti e non si riprendesse indietro quelli che vengono respinti, trasformando il Tirolo in "una sala d'attesa" per chi vuole raggiungere il nord d'Europa. In quel caso, ha aggiunto, "chiederemmo di poter fare controlli in territorio italiano".
Se Italia e Germania non cambiano la loro politica, ha aggiunto, in Tirolo rischia di crearsi "un problema enorme". Gentiloni aspetta di capire le reali intenzioni dell'Austria, ma comunque parla di "brutto segnale per l'Europa". "Se l'Austria puo' costruire una barriera al Brennero vuol dire che Schengen e' morta: l'accordo e' tenuto in vita artificialmente. Non c'e' nessun governo che ponga la questione. Manca la politica, si puo' essere d'accordo o no con quel che fa l'Austria, ma l'Europa non c'e' piu' di fronte a una barriera al Brennero", rincara la dose il presidente della Lombardia, Roberto Maroni.
Di fronte alla ventilata chiusura delle frontiere da parte dell'Austria, Deborah Bergamini, Forza Italia, ha chiesto che il governo riferisca in Parlamento. "L'Italia - osserva - e' chiusa in una morsa: dalla Libia sono pronti a partire un milione di migranti verso le nostre coste mentre le nostre frontiere settentrionali sono sempre piu' presidiate dalla polizia degli Stati a noi confinanti che non vogliono far transitare i profughi che dall'Italia vorrebbero spostarsi verso il Nord Europa. Stiamo diventando prigionieri in casa nostra, costretti alla coabitazione forzata con migliaia di immigrati senza lavoro, senza casa e senza nulla da perdere". Al passo del Brennero, i controlli da parte austriaca non saranno effettuati solamente su autostrada, strada statale e treni, ma anche lungo i sentieri di montagna di entrambi i versanti della conca del valico alpino.
Intanto la questura di Bolzano ha fatto sapere che non autorizzera' manifestazioni al valico di frontiera di passo del Brennero. Le due date ipotizzate per allestire dimostrazioni e cortei dal movimento "No Border" erano il 24 aprile ed il 7 maggio. La Questura ha aggiunto comunque che fino ad oggi non sono state presentate richieste di autorizzazioni o preavvisi. L'Austria si prepara a costruire una barriera anche a est, al confine con l'Ungheria, nel Burgenland. I lavori riguarderanno i passaggi di confine di Moschendorf e Heiligenbrunn e ci sono piani per costruire barriere anche a Nickelsdorf e a Heiligenkreuz.
Sul fronte Turchia-Ue, il ministro turco per gli Affari Europei Volkan Bozkir ha dichiarato che, se Bruxelles non garantisse ai cittadini turchi la liberalizzazione dei visti, Ankara smetterebbe immediatamente di riaccogliere i migranti respinti dalla Grecia. Bozkir ha aggiunto che la Turchia si aspetta che la liberalizzazione inizi dal prossimo giugno. Eventualita' quest'ultima, definita in un'intervista alla Cnn Turk "improbabile" da Kati Piri, che cura i rapporti tra il Parlamento europeo ed Ankara. Inoltre, secondo il Parlamento Europeo, il processo di adesione della Turchia all'Unione europea non va nella giusta direzione, in quanto il paese si discosta dai requisiti necessari in materia di liberta' e diritti fondamentali, e deve essere slegato dall'accordo sulla gestione dell'emergenza profughi.
Strasburgo rileva anche che se il soddisfacimento delle condizioni per la membership europea procede a rilento, su alcune questioni cruciali addirittura si registrano passi indietro. L'assemblea ha approvato una risoluzione con 375 voti a favore, 133 contrari e 87 astensioni, denunciando le criticita' del Paese. In particolare si contestano "regressioni" in tema di liberta' di espressione e di stampa, e la risoluzione invita il governo di Ankara ad "agire contro l'intimidazione dei giornalisti in tutte le sue forme". (AGI)