Roma - La comunità alawita chiede un nuovo corso in Siria, un cambiamento al vertice dopo un lungo incondizionato sostegno al presidente Bashar al-Assad. Esponenti che vivono in Siria, la cui identità non è stata rivelata, hanno diffuso un documento in 35 punti, di cui è venuto a conoscenza un ristretto numero di quotidiani internazionali, tra cui 'La Repubblica', chiede un "nuovo corso", un cambio al vertice per avviare un cammino di pacificazione tramite la costruzione di uno stato laico e democratico.
Presentato come una "Dichiarazione di riforma dell'identità", il documento vuole superare i secolari ostacoli dottrinari tra alawiti e musulmani sunniti, rivendicando il sostebo della "maggioranza" della comunità. I promotori sottolineano di riferirsi alle quattro famiglie principali della setta, e vantano il sostegno proveniente da tutte le zone abitate da alawiti, da Latakia e Tartus, sulla costa, ma anche da Hama, Homs e Damasco. Non si tratta di un golpe, precisano, ma di una trafsormazione interna. E, spiegano, "non siamo contro Assad come persona, ma contro il sistema attuale. Non possiamo salvare lo Stato se lui si dimette subito. Ma con lui al potere non ci saranno riforme". Per questo, "abbiamo bisogno di un cambiamento per fasi, monitorato dalla comunità internazionale. I nostri capi religiosi possono negoziare un accordo e garantire la protezione della famiglia Assad", dice il documento che individua così una "via di uscita per il regime" e propone di "disegnare una road map per la pace". (AGI)