Bruxelles - Trema il governo belga due giorni dopo gli attentati di Bruxelles, scosso dai passi falsi dell'intelligence che non ha saputo evitare il sanguinoso bagno di sangue e anche dall'infruttuoso scambio di informazioni avvenuto la scorsa estate con Ankara proprio su un 'foreign fighter', che poi si e' fatto saltare nello scalo di Zaventem. Intanto si cerca "un secondo sospetto" in relazione all'attacco nella metro. E Salah Abdeslam ha accettato l'estradizione in Francia. Sono in corso inoltre operazioni di polizia a Ixelles, comune di Bruxelles, e un uomo sarebbe stato fermato, la sua macchina perquisita. Ma forse lo sviluppo piu' clamoroso dell'inchiesta e' quello secondo cui i due fratelli-kamikaze avevano puntato un centro nucleare.
Nel mirino il sito nucleare di Mol
Il ministro dell'Interno, Jan Jambon e quello della Giustizia, Koen Geens hanno offerto uno dopo l'altro le dimissioni, entrambe respinte dal premier, Charles Michel: "occorre restare uniti in momenti cosi' difficili".La polizia e' alla ricerca di un secondo uomo sospettato di essere coinvolto nell'attentato alla metro. Le telecamere di sicurezza della stazione hanno infatti registrato le immagini di un individuo con una grande borsa vicino al kamikaze, Khalid el Bakraoui. Al-Bakraoui parla con lui che pero' non entra nella metro. Sui media belgi circola anche un identikit del ricercato, non confermato da fonti ufficiali: un'immagine ricostruita al computer di un volto con folte sopracciglia nere, lo sguardo accigliato e guance scavate.
Da Parigi a Boston, i fratelli kamikaze della Jihad
Salah Abdeslam ha invece deciso di non opporsi alla sua estradizione perche' "il dossier principale e' li' e vuole spiegarsi in Francia", ha spiegato il suo avvocato, Sven Mary. Non e' chiaro invece se abbia smesso di collaborare; certo, ha aggiunto il suo legale, sarebbe una iattura se lo facesse, "perche' si rischia un nuovo Bataclan".
Caccia al secondo uomo nella metro, ecco l'identikit
Nel mirino dei fratelli Ibrahim e Khalid El Bakraoui, i due fratelli kamikaze, c'era dunque forse il Centro studi dell'energia nucleare belga di Mol (Cen), nelle Fiandre. I due jihadisti spiarono il direttore generale del Centro forse per sequestrarlo insieme ai suoi familiari e costringerlo ad accompagnarli all'interno del Centro che ospita un reattore sperimentale e contiene grandi quantita' di materiali radioattivi (e' leader mondiale nella produzione di isotopi). Da meta' febbraio la centrale e' presidiata dall'esercito.
Mol, il gioiello del nucleare belga
Restano infine estremamente difficili le operazioni di riconoscimento delle vittime ed aumenta il rischio che almeno alcuni dei 31 morti possano restare senza un nome. Se esiste infatti un elenco di "dispersi" (tra cui c'e' anche l'italiana Patricia Rizzo, il cui numero corrisponde a quello dei corpi trovati), le autorita' competenti hanno confermato questa mattina che l'identificazione ufficiale non e' stata completata per nessuno di loro. (AGI)