Bruxelles - Il terzo uomo fotografato ieri mattina all'aeroporto di Zaventem prima delle esplosioni provocate dai due kamikaze che lo accompagnavano "non e' stato ancora identificato": come ha spiegato in una conferenza stampa il procuratore federale Frederic Van Leeuw, il sospetto e' ancora in fuga e "attivamente ricercato". La valigia che trasportava sul carrello nella foto diffusa ieri conteneva "la carica di esplosivo piu' massiccia" ed e' stata fatta esplodere ieri dagli artificieri, ha riferito lo stesso magistrato. Quest'ultimo ha anche diffuso l'ultimo bilancio, "purtroppo ancora provvisorio" degli attacchi di ieri: i morti, al momernto, sono 31 e i feriti 270 ma le vittime rischiano purtroppo di aumentare nelle prossime ore per le gravi condizioni di alcuni dei ricoverati.
La procura federale ha confermato oggi che anche la terza bomba, quella che ha provocato una ventina di morti e oltre 100 feriti nella metropolitana di Bruxelles, e' stata fatta esplodere da un kamikaze. Si tratta di Khalid El Bakraoui, il fratello di uno dei due kamikaze dell'aeroporto. La conferma e' stata data dallo stesso procuratore Frederic Van Leeuw durante la conferenza stampa.
Ibrahim El Bakraoui, uno dei due kamikaze che si sono fatti saltare all'aeroporto di Bruxelles, aveva lasciato un ultimo messaggio ritrovato nel computer recuperato poi dalla polizia nella spazzatura nel quartiere di Schaerbeek. Il procuratore federale ha riferito che il 30enne esprimeva il suo smarrimento dicendo di essere "agitato, di non sapere cosa fare, di essere ricercato ovunque e di non volersi ritrovare in cella vicino a Salah Abdeslam", il super latitante arrestato venerdi' scorso. La procura ha confermato il ritrovamento nel'appartamento di 15 chili di esplosivo perossido di acetone (Tatp) con 150 litri di acetone, 30 litri di acqua ossigenata e una valigia piena di chiodi, viti e altro materiale per confezionare ordigni.
E' dunque giallo sull'arresto ad Anderlecht di Najim Laachraoui, che si riteneva fosse il terzo uomo ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto di Zaventemn, considerato l'artificiere delle stragi di Parigi e Bruxelles. Dopo che il sito belga Dh aveva diffuso la notizia, alcuni media l'hanno smentita, precisando che l'individuo fermato è un altro, anche se non si conosce la sua identità. Intanto si è appreso che c'è un'italiana tra le vittime dell'attentato di ieri, una donna che si trovava sul vagone della metropolitana colpito dai terroristi. Secondo Maurizio Lupi, l'esplosione ha reso irriconoscibile il corpo e la famiglia è con il console.
Secondo le ricostruzioni i kamikaze che si sono fatti esplodere all'aeroporto di Bruxelles e nelle metro erano i fratelli Khalid e Brahim El Bakraoui. Entrambi avevano precedenti, ma non per terrorismo, e vivevano nella capitale. Sotto falso nome, Khalid aveva affitatto un appartamento a Forest in rue du Dries 60 e a Charleroi un rifugio usato per gli attentati di Parigi. Secondo 'La libre belgique', Khalid e Ibrahim avevano 27 e 30 anni ed erano ricercati dalla polizia. Nell'ottobre 2010 Ibrahim fu condannato a 9 anni per avere sparato a dei poliziotti in Belgio con un kalashnikov. Nel febbraio 2011 Khalid fu condannato a 5 anni per furto d'auto e possesso di kalashnikov.
Quanto a Laachroui - scrive 'La libre belgique' -, l'uomo ha 25 anni e ando' in Siria nel febbraio 2013. Lo scorso settembre fu identificato alla frontiera austro-ungherese sotto la falsa identita' di Soufiane Kayal, in compagnia di Salah Abdeslam e Mohamed Belkaid. Aveva affittato a suo nome un appartamento ad Auvelais, che servi' come base per gli attentati di Parigi
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La dinamica degli attacchi - Pochi minuti dopo le 8, due esplosioni nella hall delle partenze all'aeroporto di Zaventem, a pochi chilometri dal centro della città, hanno provocato morti, feriti e il panico tra le migliaia di passeggeri in partenza e in arrivo nell'ora di punta di un affollatissimo martedì mattina in cui i viaggi per lavoro si mischiano con quelli per le vacanze di Pasqua.
Un'ora piu' tardi, nell'affollatissima metro che viaggiava tra le stazioni di Maalbeek e quella di Arts-Loi, proprio sotto le istituzioni europee, un'altra esplosione ha seminato morte e terrore anche nel centro della città.
Aeroporto e metro sotto attacco, VIDEO - FOTO
Poco dopo e' arrivata la presunta rivendicazione dell'Isis, prima in lingua inglese, successivamente, ma solo nel pomeriggio, in francese e in arabo: "Promettiamo agli Stati crociati che si sono alleati contro l'Isis giorni bui in risposta alla loro aggressione contro di noi". Di certo, l'attacco è arrivato a meno di quattro giorni dall'arresto nel quartiere di Molenbeek di Salah Abdeslam, il kamikaze mancato di Parigi che per quattro mesi era stato l'uomo piu' ricercato d'Europa.
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Secondo alcuni media russi, tre cittadini bielorussi, Ivan e Alexei Dobvash e Marat Yunusov, sono sospettati di avere partecipato alla realizzazione degli attentati odierni. Yunusov sarebbe originario del Dagestan ed e' in possesso della cittadinanza bielorussa e belga. Anche i servizi russi avevano segnalato a febbraio questi tre uomini alle autorita' belghe.
"Siamo stati colpiti al cuore", ha affermato il premier belga, Charles Michel. "A Zaventem e Maalbeek sono state spezzate vite di persone che si muovevano spensieratamente per andare a scuola e al lavoro, falciate dalla barbarie piu' estrema". "Il 22 marzo per il Belgio non sarà mai più una data come le altre", ha dichiarato il re Filippo in un breve discorso alla nazione.
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La città è rimasta per alcune ore completamente bloccata, e solo nel pomeriggio scuole e università sono state evacuate e i mezzi pubblici hanno ricominciato a funzionare "gradualmente". L'aeroporto resterà chiuso anche domani. Mentre continuano le perquisizioni in "numerosi luoghi" del Paese, e in particolare nel quartiere di Schaarbeek, dove e' stata trovata una bomba, materiale chimico e una bandiera dell'Isis, il Belgio e' ripiombato nell'incubo terrorismo, a poco meno di due anni dall'attentato al museo ebraico di Bruxelles che per la prima volta accese i fari sulla minaccia jihadista nella capitale d'Europa.
DA TINTIN AL MANNEKEN PLUS, TWITTER SI FA BELGA: Da Tintin alle frites fino alla statua simbolo di Bruxelles, il Manneken Pis: dopo le stragi di Bruxelles, la solidarieta' e il rifiuto del terrorismo corrono su Twitter anche attraverso i simboli piu' amati del Belgio. Cosi' in molti hanno scelto di condividere l'immagine di un Tintin in lacrime assieme al suo inseparabile cagnolino Milou. "Il Belgio piange i suoi bambini", e' la scritta che accompagna il giovane protagonista del celebre fumetto creato nel '29 da Herge'.
Qualcun altro ha preferito esprimere la sua rabbia con una foto in cui le frites - le gustosissime patatine fritte onnipresenti nei chioschetti di Bruxelles - sono composte in una forma che ricorda il dito medio mentre sullo sfondo appaiono gli emblemi dell'Isis. Un gestaccio chiaramente rivolto a chi, ancora una volta, ha messo a ferro e fuoco la citta' cuore dell'Europa.
Non poteva mancare anche il Manneken Pis, la statuetta in bronzo che sorge in una fontana al centro della capitale belga e rappresenta un "ragazzetto che fa pipi'". Nei messaggi su Twitter questa icona dell'indipendenza di spirito dei fiamminghi urina sui simboli del terrorismo: un kalashnikov o un involto di dinamite. (AGI)