Roma - "Al di là della sua tradizionale suddivisione tribale, la Libia è un Paese unito e unito deve rimanere. L'unità è importante anzitutto per i libici, ma anche per la stabilita' della regione. Uno smembramento sarebbe devastante". Lo afferma l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, in una intervista al 'Messaggero'.
Descalzi concorda con Gentiloni: "Un intervento e' possibile solo in presenza di un Governo sovrano che chiede aiuto e protezione. E' impensabile qualsiasi attacco militare non coordinato con i libici".
"E' interessante - prosegue Descalzi - quanto è accaduto dopo i droni a Sabrata, cioè la reazione dei libici stessi contro l'Isis. Le milizie di Zintan si sono unite a quelle di Misurata, cosa che non era mai successa. Anzi, era impensabile. L'Isis è percepito come una forza straniera e i libici si sono mossi come un esercito unico, come sempre accade quando si sentono minacciati dall'esterno".
Sulle installazione Eni in Libia Descalzi dice: "Quando si bombarda vicino alle nostre installazioni dobbiamo sempre essere preoccupati. Abbiamo lavorato molto nell'ultimo anno con la Noc. Bisogna capire che quelle installazioni sono anzitutto dei libici, forniscono energia a tutto l'ovest e a parte dell'est. Proteggerle è nel loro interesse". (AGI)