Roma - L'Italia, partner storico e privilegiato dell'Iran, puo' oggi ritagliarsi un "ruolo strategico di ponte tra il blocco occidentale e quello formato da Teheran e Mosca". Cosi' Raffaele Marchetti, docente di Relazioni internazionali dell'Universita' Luiss, commenta all'Agi l'annuncio della prossima visita in Iran del premier, Matteo Renzi, programmata ad aprile. "I rapporti tra Iran e Italia sono sempre stati tradizionalmente importanti, Roma era un partner privilegiato di Teheran per tanti motivi sovrapposti", spiega il professore, ricordando sia "i legami economici sin dai tempi di Enrico Mattei" sia "quel dialogo tra civilita' che ha avuto risonanza all'interno della prospettiva cattolica" e ha visto "allineate alcune componenti della societa' italiana e iraniana, soprattutto ai tempi del riformatore Khatami".
Questa tradizionale vicinanza, prosegue Marchetti, e' stata "ribadita" dalla scelta del presidente, Hassan Rohani, di visitare l'Italia come prima tappa del suo storico viaggio in Europa. Una "visita significativa per tempistica e per contenuti" e che, in qualche modo, ha fatto da "contrappasso" alla "marginalizzazione" dell'Italia dagli accordi di Vienna sul nucleare iraniano, a cui il nostro governo non ha partecipato direttamente (anche se, sottolinea il professore, "c'era un po' di Italia con Federica Mogherini", capo della diplomazia Ue).
"Venendo da noi, il presidente Rohani ci ha riconosciuto un ruolo importante e ora la visita di Renzi chiude il cerchio, ricambia la cortesia e conferma il nostro Paese come partner privilegiato", osserva il docente. Ma l'Italia puo' fare di piu', sfruttando questa sua posizione per diventare piu' incisiva sugli scacchieri internazionali, dal Medioriente al Nordafrica.
"Se l'Italia vuole avere qualche incisivita' sia sulla questione siriana che su quella libica, e' bene avere rapporti con le due controparti importanti, e cioe' l'Iran e l'Egitto", spiega Marchetti. Senza dimenticare l'altro strategico canale privilegiato di Roma, ovvero la Russia. "Anche con Mosca abbiamo un ruolo importante da giocare e se riusciamo a sfruttarlo bene, possiamo essere la controparte piu' affidabile dal punto di vista dell'Ue".
"Mi auguro che il nostro governo sappia sfruttare questa grossa opportunita' in campo politico e strategico", ovvero "diventare un ponte, giocare un ruolo di collegamento tra il blocco occidentale e quello formato da Russia e Iran", cosi' determinate nelle "varie partite mediorientali" e "in Libia".
"E' un'opportunita importante perche' ti attesti come intermediario e riesci a facilitare tutte le operazioni", conclude il docente, senza dimenticare "il correlato economico" poiche' "economia e politica rimangono intrecciate". (AGI)