Roma - "Non ci sara' una soluzione" alla crisi siriana "se Bashar al-Assad restera' al potere: e' responsabile della morte di decine di migliaia di siriani e della fuga di meta' della popolazione, dell'uso di bombe barile, adopera la fame come arma": e' l'avvertimento dell'ambasciatore saudita a Roma, Rayed Krimly, che in un'intervista all'AGI ha ribadito il no di Riad alla permanenza del presidente siriano al potere. "I siriani hanno bisogno di una nuova Siria, libera dal terrorismo e da questo sanguinario regime", ha affermato, sottolineando che "non c'e' soluzione militare che possa essere efficace nella creazione di una Siria stabile e sicura". Per questo, l'Arabia saudita sostiene "una soluzione politica" con "la creazione di un'autorita' ad interim che scrivera' una nuova Costituzione per un sistema politico inclusivo e laico che rispetti i diritti di tutti i siriani", ma finora sui colloqui ha pesato "l'opzione militare scelta dal regime e dai suoi sostenitori". Sul fronte del petrolio, il diplomatico ha sottolineato che l'intesa raggiunta a Doha da Arabia Saudita, Russia e Qatar per il congelamento della produzione e' "un primo importante passo, se anche gli altri produttori faranno lo stesso". Krimly ha ricordato la disponibilita' espressa da Riad fin dall'inizio a trovare un accordo "con altri produttori, Opec e non Opec, se pero' tutti rispettano un sistema di quote". "Ma - ha aggiunto - se pensano che Riad tagliera' unilateralmente la sua produzione, cosi' da lasciare che altri la aumentino, ovviamente non lo faremo". L'obiettivo, ha sottolineato l'ambasciatore, e' avere "stabilita', equilibrio".