Parigi - La lingua francese dice addio all'accento circonflesso. Il 'cappello' che contraddistingue tante parole dell'idioma di Voltaire finira' in soffitta insieme al trattino, con conseguenze su circa 2.400 parole. Ma non e' una fine indolore: l'annuncio ha suscitato una rivolta sul web, con i puristi furiosi per quella che vedono come una banalizzazione della lingua francese. Gli hashtag #JeSuisCirconflexe e #ReformeOrthographe sono diventati virali, invadendo la rete insieme a espressioni di cordoglio.
Fuoco di sbarramento anche nel mondo politico, con la destra francese all'attacco. "Rifiuto la riforma ortografica assurda e il livellamento verso il basso!" ha commentato su Twitter Christian Estrosi, deputato conservatore dell'Ump e presidente della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, mentre Florian Philippot del Front National si e' scagliato contro "la famigerata riforma, di fronte alla quale pochi demagoghi vanno in delirio, perche' il francese e' la nostra anima".
Tutto frutto di una riforma dell'ortografia, proposta ben 26 anni fa dall'Accademia francese in nome della semplificazione, che solo ora fa il suo ingresso obbligatorio nelle scuole. Dal prossimo anno scolastico, ha fatto sapere una circolare ministeriale, i libri dovranno adottare la nuova dizione, facendo riferimento alle "correzioni ortografiche pubblicate nella gazzetta ufficiale francese il 6 dicembre 1990". Della questione, infatti, si comincio' a discutere alla fine degli anni '80, quando ci si rese conto che la lingua francese stava perdendo terreno all'estero perche' troppo complessa.
Cosi', nel 1989, l'allora premier Michel Rocard decise di istituire il Consiglio superiore della lingua francese, che riuniva insieme francesi e francofoni (gli abitanti del Quebec, belgi, svizzeri e marocchini). Da quel consesso usci' fuori un parere favorevole alle modifiche proposte dall'Accademia francese, che vennero quindi pubblicate ufficialmente ma mai veramente adottate. Fino a oggi. (AGI)