Roma - Aveva il sorriso compiaciuto il presidente iraniano, Hassan Rohani, chiamato a commentare la decisione italiana di coprire i nudi dei Musei capitolini. Liquidando la bufera come "una questione da giornalisti", ha precisato di "non aver avuto alcun contatto al riguardo" con l'Italia ma poi, con il sorriso sulle labbra, ha aggiunto: "Gli italiani sono un popolo molto ospitale, che fa di tutto per mettere a proprio agio i suoi ospiti. E li ringraziamo". Ma in Italia e' bufera. Il ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, ha definito "incomprensibile" la scelta: "Penso che ci sarebbero stati facilmente altri modi per non andare contro la sensibilita' di un ospite straniero cosi' importante senza questa incomprensibile scelta di coprire le statue".
Intanto Rohani, dopo aver incontrato la stampa di buon mattino e una 'puntata' al Colosseo, e' ripartito alla volta della Francia, seconda tappa del suo debutto europeo. Si lascia alle spalle la firma di 14 contratti, per un valore di oltre 17 miliardi di euro, e l'assicurazione a voler giocare un ruolo di primo piano a favore della stabilita' regionale. "L'Iran e' contro il terrorismo e si adopera a tutto campo per contrastarlo", dice rispondendo a chi guarda con sospetto a Teheran, "e siamo pronti a collaborare". Aggiunge che l'Iran combatte "al-Qaeda, Daesh", cita persino Boko Haram. "E a chi ci chiede aiuto, noi glielo diamo". Assicura di voler stemperare le tensioni con l'altra potenza regionale, la monarchia wahabita a Riad, ma non vede alcuna ragione per scusarsi dopo l'incendio ai primi di gennaio dell'ambasciata saudita a Teheran. "Chi chiede le scuse non conosce l'ABC della diplomazia. Perche' dobbiamo chiedere scusa? Sostengono i terroristi nella regione e dobbiamo chiedere scusa? Bombardano lo Yemen e dobbiamo chiedere scusa? Hanno tagliato la testa a un innocente, lo sceicco Nimr, e dobbiamo chiedere scusa? Muoiono migliaia di pellegrini per la loro cattiva gestione dell'Hajj e dobbiamo chiedere scusa?". "Noi pero' - aggiunge - non vogliamo alimentare tensioni e qualsiasi controversia rende la situazione piu' difficile. La stabilita' conviene a noi e loro: i terroristi devono essere cacciati dalla regione. Il problema odierno e' il Daesh, il terrorismo, la guerra regionale tra Arabia Saudita e Yemen che va fermata".
Ora Rohani gia' guarda all'Europa: "Ci siamo lasciati alle spalle l'inverno dei rapporti, speriamo di andare verso la primavera e che faccia sciogliere il ghiaccio che aveva congelato le relazioni" con l'Occidente.
In Francia lo attendono altri contatti miliardari: la firma di un ordine di 114 Airbus per ammodernare la vecchia flotta, in prima fila le case automobilistiche Peugeot e Renault. E tocca vedere cosa fara' Parigi sul protocollo. A Roma, nei menu' offerti all'illustre ospite era vietato il vino. Ma il governo di Parigi nicchia ad adeguarsi. (AGI)