Yatta - "Era una ragazza tredicenne. Non c'era ragione di spararle e ucciderla. La guardia della sicurezza poteva fermarla o spararle a una gamba. E' come se avessero emesso una sentenza di morte". Queste le parole del padre di Roqaya Abu-Eid, la tredicenne che e' stata uccisa dopo avere tentato di accoltellare una guardia. La ministra degli Esteri svedese, Margot Wallstroem, ha accusato Israele di eseguire "esecuzioni extragiudiziali". Anche alcuni gruppi per i diritti umani chiedono a Israele di non usare piu' "la forza letale". Centinaia di persone hanno partecipato oggi ai funerali della tredicenne a Yatta, a sud di Hebron. (AGI)
(24 gennaio 2016)
Condividi