Tunisi - Alla fine le autorità tunisine hanno imposto il coprifuoco notturno in tutto il Paese. Una decisione presa dopo diversi giorni di scontri contestazioni in numerose città contro la disoccupazione.
Il ministero dell'Interno ha infatti annunciato un coprifuoco notturno, la cui misura sarà in vigore dalle 20 di questa sera fino alle 5 del mattino. Il provvedimento segue l'ondata di manifestazioni che negli ultimi giorni hanno interessato diverse località della Tunisia, specie le zone interne del nord e del centro del paese, causando scontri tra manifestanti e forze di polizia.
Nella giornata di ieri gli scontri si sono estesi alla capitale Tunisi, dove nella giornata di oggi sedici persone sono state arrestate a Ettandhamen, sobborgo della capitale, dopo accesi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza, secondo quanto riferito dal maggiore Khalifa Chibani, responsabile della comunicazione della Direzione generale della Guardia nazionale.
Chibani ha spiegato che gli arrestati sono accusati di aver cercato di incendiare alcuni edifici sia pubblici che privati. I disordini nella zona sono proseguiti fino alle 5 di questa mattina, ma attualmente la situazione è di relativa calma, con diversi uomini delle forze di sicurezza a presidiare l'area.
Il paese è da giorni teatro diaccese manifestazioni di piazza, che hanno portato a scontritra manifestanti e forze di polizia. L'ultimo bilancioufficiale, reso noto ieri dal portavoce del ministerodell'Interno Walid Louguini, parla di un morto e 52 ferititra le fila delle forze dell'ordine. A Kasserine da domenica17 gennaio si sono verificati quasi quotidianamente scontricon le forze di polizia. Domenica un gruppo di giovani haattaccato la sede del governatorato e ha bruciato pneumaticisu strade pubbliche. Martedì 19 gennaio gli scontri si sono intensificati quando i manifestanti hanno lanciato pietre e la polizia ha risposto con gas lacrimogeni. Dopo questi fatti il ministero dell'Interno ha dichiarato nella zona il coprifuoco. Nuovi disordini si sono verificati mercoledì 20 gennaio dopo che i manifestanti hanno forzato la porta esterna della sede del governatorato e sono entrati nel cortile interno.
(22 gennaio 2016)