Roma - Ha superato il milione il numero dei migranti arrivati quest'anno in Europa. E purtroppo molti di coloro che, nell'ultimo anno, si sono messi in viaggio per cercare una nuova vita non ce l'hanno fatta: secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), e l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, 3.600 persone sono morte durante il tentativo di raggiungere il sito di destinazione. Sono esattamente 1.005.000 i profughi arrivati fino al 21 dicembre in Grecia, Bulgaria, Italia, Spagna, Malta e Cipro. Buona parte dei migranti, 816.752, e' arrivata in Grecia. Ma al secondo posto per numero di arrivi, dopo la Grecia, c'e' l'Italia con 150.317. Seguono Bulgaria (29.959), Spagna (3.845), Cipro (269) e Malta (106).
La meta' dei rifugiati e' di nazionalita' siriana, il 20% sono afghani, il 7% iracheni, fanno sapere le due agenzie. Nel 2015 l'Italia ha salvato oltre 150.000 persone nel Mediterraneo: il dato e' stato riferito il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, oggi su nave 'Diciotti' della Guardia Costiera, nelle acque antistanti il porto di Lampedusa. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha fatto rilevare che l'Italia sta facendo "un lavoro straordinario salvando vite umane e realizzando un grande servizio all'Europa e al mondo: ed e' per questo -ha aggiunto- che ci aspettiamo una solenne procedura di ringraziamento". Alfano si e' augurato che l'accordo raggiunto in Libia sul governo di unita' nazionale "rappresenti un'evoluzione che freni le partenze". Ma ha anche ribadito l'esigenza di "una forza europea per rimpatriare gli irregolari", sottolineando che l'obiettivo e' tra quelli del governo lavorera' nel il 2016. Anche perche' il flusso non si ferma. La nave "Bourbon Argos" di Medici senza frontiere ha soccorso nel Canale di Sicilia un gommone con a bordo 96 migranti; e poche ore dopo ne ha salvati altri 95, che erano su un'imbarcazione alla deriva. Purtroppo, da registrare anche un nuovo naufragio davanti alle coste turche. Undici migranti, tra cui tre bambini, sono annegati quando l'imbarcazione a bordo della quale viaggiavano si e' rovesciata al largo di Kusadasi. La Guardia costiera e' riuscita a mettere in salvo 7 migranti, ma ha anche recuperato 11 cadaveri, tra cui quelli dei tre bambini.
In Italia e' attivo il nuovo 'hotspot' di Trapani, che oggi ha avuto il suo 'battesimo': sono giunti al molo Isolella del porto siciliano 128 migranti soccorsi nel canale di Sicilia. Ad intervenire ad oltre 20 miglia dalle coste libiche era stata la nave "Siem Pilot", battente bandiera norvegese e legata al dispositivo "Triton". I migranti provenienti prevalentemente dal centro Africa (123 uomini, una donna e quattro minori) sono stati trasferiti all'interno dell'ex Cie di Milo che a partire da oggi assume in modo concreto la configurazione di hotspot. "Avevamo chiesto 20 giorni di tempo per organizzarci", hanno fatto notare il prefetto Leopoldo Falco ed il questore Maurizio Agricola, presenti in banchina, "ma in appena due giorni abbiamo dovuto trovare una soluzione". La riconversione della struttura era stata anticipata dal prefetto trapanese la scorsa estate ed era stata caldeggiata dal premier Matteo Renzi. All'interno dell'hotspot i migranti verranno identificati e poi smistati per le altre regioni. Il premier Matteo Renzi oggi era in Libano e ha voluto ricordare l'importanza del lavoro svolto dalla cooperazione italiana, anche per far fronte al flusso di migranti. "Il Libano ha 4 milioni di abitanti, 15 volte in meno dell'Italia. E accoglie 1,5 milioni di rifugiati siriani, dieci volte in piu' dell'Italia. Bastano queste cifre per dire quanto sia importante lavorare in sostegno dei nostri amici e alleati libanesi". "Chi dice 'aiutiamoli a casa loro' dovrebbe spiegare come: noi siamo partiti dalla cooperazione internazionale e dalle ottime relazioni bilaterali. In campo economico e militare, certo. Ma anche educativo e culturale. Perche' se non si investe sulla scuola e sul sapere si rischia di consegnare un'intera generazione all'estremismo e al fanatismo. Ecco perche' nella breve missione in Libano, accanto alle nostre truppe e alle autorita' territoriali, ho incontrato anche i bambini di una scuola e i restauratori di un museo, entrambi sostenuti dalla cooperazione italiana. Investire su bellezza e educazione: questo e' cio' che il mondo chiede all'Italia. Questo e' cio' che serve al mondo di oggi". (AGI)
(22 dicembre 2015)