Istanbul - "Il governo turco non prende sul serio le parole di Vladimir Putin": così il premier turco, Akmet Davutoglu, si è rifiutato di replicare a quelle che ha definito come le dichiarazioni "offensive e per niente diplomatiche" del presidente russo, il quale aveva accusato l'attuale leadership turca di islamizzare il Paese e di essersi voluta ingraziare gli americani abbattendo il caccia di Mosca. "Crede di essere tornato ai suoi giorni nel Kgb, che pero' non esiste piu', così come la propaganda sovietica, tutta roba da libri di storia", ha affermato Davutoglu di ritorno dal summit d Bruxelles. Il premier turco ha definito le esternazioni di Putin "tanto stucchevoli da non poter essere prese sul serio, così esagerate da strapparmi un sorriso". Nelle sue ultime dichiarazioni Putin aveva accusato il partito della giustizia e dello sviluppo (AKP) del presidente Recep Tayyip Erdogan, di islamizzare la Turchia e di essere uno degli acquirenti del petrolio contrabbandato dal califfato islamico al confine tra Siria e Turchia. Davutoglu ha accolto con apparente distacco le parole di Putin: "Sta ricordando che siamo un Paese musulmano e ci accusa di essere leader islamici, cerca di creare polemica contrapponendo l'islamizzazione ai valori kemalisti su cui la Turchia è fondata". Rispetto all'accusa di contrabbando di petrolio con l'Isis, Davutoglu definisce le presunte prove presentate dal quotidiano Pravda "bugie da propaganda sovietica", un'azione che, secondo il premier, rende l'idea della misura in cui il presidente russo sarebbe rimasto "fermo ai tempi della guerra fredda". "A volte ho l'impressione che parli come se di fronte avesse il Politburo", ha poi detto Davutoglu. (AGI)
(19 dicembre 2015)