Londra - La Gran Bretagna ha sepolto un pezzo importante della sua storia industriale e politica con la chiusura dell'ultima miniera di carbone sotterranea, quella di Kellingley nel Nord dello Yorkshire. Con l'ultimo turno di lavoro dei pochi minatori rimasti, 450 in tutto, si e' detto addio all'ultima "coal mine" con pozzi estrattivi della Gran Bretagna. Si tratta di un impianto dove dal 1965 a oggi sono stati estratti milioni di tonnellate di carbone e che negli anni '80 aderi' alle proteste e alle manifestazioni di solidarieta' con i minatori gallesi in guerra contro Margaret Thatcher e i suoi tagli alla spesa pubblica. Tagli che proprio all'inizio di quel decennio implicarono l'avvio del ridimensionamento dell'attivita' estrattiva nel Regno Unito. La 'Big K', era questo il nomignolo della miniera, per alcuni anni fu anche il piu' grande impianto d'Europa e arrivo' a impiegare fino a 1.600 dipendenti. Ora, appunto, la chiusura, attribuita dai proprietari dei pozzi alle "difficilissime" condizioni del mercato, nonostante piu' volte negli ultimi anni i sindacati abbiano chiesto al governo di aiutare economicamente l'impianto. Le altre miniere di carbone piu' inquinanti rimaste in Gran Bretagna saranno chiuse entro il 2025, nel definitivo passaggio a fonti alternative e verdi che chiudera' anche l'ultimo capitolo di un settore che traino' l'Impero britannico e la rivoluzione industriale. E' probabile che molti dei minatori della 'Big K' finiscano a lavorare nei musei minerari di cui l'Inghilterra e lo Yorkshire in particolare abbondano. E cosi' potranno spiegare ai visitatori amanti del vintage che si', si e' vissuto un momento della storia in cui il Regno Unito - ora tempio della finanza e dei servizi - e' stato auna potenza industriale ricca di materie prime. (AGI)
(18 dicembre 2015)