(AGI) - Roma, 4 dic. - La strage di San Bernardino potrebbe diventare un altro tassello del mosaico di sangue disegnato dall'Isis e dai suoi proseliti. E' Tashfeen Malik e non piu' il marito Syed Farook al centro delle indagini sulla strage di San Bernardino, in California, dove la coppia ha ucciso 14 persone.
"Non ci sono indicazioni" che i killer di San Bernardino facessero parte di una cellula terroristica piu' ampia. Lo afferma il direttore del Fbi, James Comey, che conferma che i due killer potrebbero avere effettuato un percorso di "radicalizzazione" ispirato da gruppi terroristi stranieri.
E' stata lei a giurare fedelta' all'Isis; sarebbe stata lei, giovane pakistana, a indottrinare il marito con idee sanguinarie e a convincerlo a uccidere ispirandosi allo Stato islamico. Tutto cio' ha convinto gli agenti del Fbi a indagare per "terrorismo". E, forse, ha convinto anche i miliziani islamisti ad attribuirsela: l'agenza di stampa che li sostiene, Aamaq, afferma che sostenitori del gruppo hanno perpetrato la strage.
La donna ha postato su Facebook un messaggio in cui dichiarava fedelta' al 'califfo' Abu Bakr al-Baghdadi proprio mentre il massacro si stava consumando. Il post, riferisce sempre la Cnn, e' stato pubblicato da un account con un nome diverso. Le fonti non hanno spiegato come la donna abbia potuto scrivere il messaggio ma suggeriscono che sia stata "ispirata" dalle azioni dello Stato islamico, che pero' non avrebbe diretto o organizzato la strage. L'impressione che fosse stata la giovane pakistana residente in Arabia Saudita a radicalizzare il marito era gia' emersa nelle ore precedenti. La 27enne, appena divenuta mamma di una neonata di soli sei mesi, era stata conosciuta online da Farook che poi la incontro' e frequento' nel 2013 in Arabia Saudita, dove sarebbe ritornato l'anno seguente per prenderla e portarla con se' negli Usa. Proprio durante questi viaggi, si ritiene, potrebbe essere avvenuto il contatto con personaggi legati alla galassia terroristica. Gli inquirenti ritengono che la coppia stesse preparando un secondo attacco, anche se non aveva ancora definito il secondo obiettivo. L'ipotesi e' confortata dall'esistenza del gigantesco arsenale trovato nella loro abitazione, tra cui 12 tubi bomba, materiale per costruire altri ordigni artigianali e oltre 3mila munizioni, come spiegato dal capo della polizia Jarrod Burguan. I due non hanno lasciato alcuna rivendicazione. Nell'abitazione sono stati rinvenuti anche dai due ai quattro ordigni completamente assemblati e piu' di una dozzina in fase di allestimento. Fonti delle forze dell'ordine hanno riferito alla Cbs che queste bombe artigianali sono state realizzate seguendo passo passo il tristemente celebre manuale 'Come costruire una bomba nella cucina di tua madre' pubblicato sulla rivista di al Qaeda, 'Inspire'. Ad esempio, l'uso delle lucette di Natale come valvole e di giocattoli radio-controllati come meccanismi di innesto. La Cnn ha riferito che il 28enne musulmano di origine pakistana "sembra si fosse radicalizzato" dopo le nozze. Secondo il New York Times, che cita parlamentari del Congresso, Farook era stato in contatto "con estremisti, negli Stati Uniti e all'estero, diversi anni fa, ma non di recente": un collegamento a cinque persone su cui l'Fbi aveva indagato per sospetto terrorismo, tra i quali uno legato agli Shebab somali e un altro al Fronte al-Nusra, il ramo siriano di al-Qaeda. Dopo la strage e' emerso inoltre che Farook aveva avuto due settimane fa una discussione su argomenti religiosi con un collega ebreo e convinto filo-israeliano, che figura tra le vittime. Difficile pero' che sia questo il movente, cosi' come le prese in giro al lavoro per la barba lunga che il giovane si era fatto crescere prendendo il tipico aspetto da musulmano.
Chi era Tashfeen Malik. Su di si è spostata l'attenzione dopo la strage. Nata nel Punjab meridionale, in Pakistan, studiosa di farmacia e madre di una bimba di sei mesi: si sa poco o nulla di lei, neanche uan fota e' stata diffusa. Nata nel distretto di Layyah, nel Punjab meridionale, la donna si era trasferita circa 25 anni fa in Arabia Saudita. Ma, secondo due fonti ufficiali pakistane, era tornata in patria nel 2010 e nel 2011 per completare gli studi di farmacia all'universita' Bahauddin Zakariya di Multan. Intervistato, uno zio, Javed Rabbani, ha raccontato di essere stato contattato da funzionari dell'intelligence pakistana che volevano approfondire i suoi legami con l'attentatrice. "Avevo sentito che si era verificata questa tragedia ma non potevo minimamente immaginare che ci fosse qualcuno della mia famiglia. Naturalmente siamo sconvolti", ha affermato. Lo zio ha anche spiegato che suo fratello - il padre di Malik - era divenuto molto piu' conservatore da quando lui e la famiglia si erano trasferiti in Arabia Saudita, un quarto di secolo fa. Proprio in Arabia, Malik e Farook si erano innamorati, dopo essersi conosciuti online. L'uomo vi si era recato due anni fa ufficialmente per compiere il pellegrinaggio alla Mecca. L'anno dopo vi era tornato e si era portato Malik negli Usa dove l'ha sposata. Ma dietro quell'apparente "American Dream", coronato quest'anno dalla nascita della figlia, covava il delirio di un incubo jihadista che si e' materializzato nella mattanza di San Bernardino. (AGI)