Per allearsi con Emmanuel Macron occorre essere europeisti, smettere di incolpare Bruxelles e Berlino per i problemi nazionali ed essere pronti a un lavoro di squadra. Queste le 'condizioni' per trovare obiettivi comuni e cercare di ricostruire l'Europa, indicate in un'intervista all'Agi da Sylvie Goulard, uno dei politici più vicini al nuovo presidente della Repubblica francese.
La stoccata a Matteo Renzi
Il riferimento e' diretto, in particolare, all'ex premier italiano e segretario del Pd, Matteo Renzi, che pure ha fatto a Macron una netta apertura di credito. C'è chi dà la Goulard per prossimo ministro degli Esteri, o addirittura in arrivo a Matignon come primo ministro, ma lei si schermisce, limitandosi a rispondere "non so" quando le si chiede se la prossima settimana sarà ancora presente come europarlamentare a Strasburgo, alla sessione plenaria che comincia lunedì 15.Chi è Sylvie Goulard
Nata a Marsiglia 52 anni fa, poliglotta dall'italiano perfetto, Goulard è stata con Macron fin dall'inizio del movimento "En Marche" e all'Agi ha spiegato quale sia la visione europea del nuovo presidente, ribadendo il ruolo centrale che deve avere l'Italia come paese fondatore. "Non ci devono essere contrapposizioni fra Paesi - ha sottolineato - la Francia non vuole scegliere fra Germania e Italia, ma deve cercare di trovare obiettivi comuni e una convergenza sulle rispettive responsabilità, smettendo di essere gli uni contro gli altri. Cerchiamo alleati pronti a fare un lavoro di squadra senza criticare gli altri Paesi o Bruxelles".
L'intervista
La Francia del presidente Emmanuel Macron come si pone nei confronti del suo vicino a Sud delle Alpi?
"L'Italia è un partner importante in Europa. Se, come spero di cuore, inizieremo a lavorare di nuovo con i tedeschi, questo è nell'interesse di tutti: non vogliamo perdere l'Italia. La Francia è un ponte naturale fra il Nord e il Sud, deve giocare questo ruolo. Non posso scegliere fra Germania e Italia: sono due Paesi fondatori con una cultura diversa, e questo fa la ricchezza dell'Europa. Quando in questi ultimi anni ho letto, in Germania, di chi voleva lasciare la Grecia, o di chi, in Italia, voleva fare alleanze contro la Germania, ho pensato che queste persone non hanno capito cos'è l'Europa: la capacità assolutamente incredibile di far vivere insieme Germania e latini. Dobbiamo uscire dal dialogo fra sordi degli ultimi anni".
Come considera l'apertura dell'ex premier e segretario del Pd Matteo Renzi nei confronti del presidente Macron?
"Siamo sempre contenti se ci sono persone che hanno voglia di essere europeiste e avere il coraggio di fare le riforme a casa. E Renzi ha fatto il Jobs Act. Ma bisogna anche smettere di dare sempre la colpa a Bruxelles e Berlino e soprattutto si deve essere pronti a fare un lavoro di squadra. Se queste condizioni saranno riunite, come spero, sarà favoloso lavorare insieme. Ma Renzi non è il primo ministro e voglio rispettare il governo italiano, anche se Emmanuel Macron sarà lieto di discutere con lui: non vogliamo certo entrare nel dibattito politico fra governo e partiti. Bisogna vedere se in Italia ci sarà un movimento davvero europeista con il coraggio, come Macron, di pagare un prezzo per l'Europa. In passato certi italiani l'hanno fatto: io ho lavorato con Romano Prodi quando ha deciso la tassa per entrare nell'Euro, e ricordo Mario Monti quando ha fatto le riforme per salvare l'Italia e l'euro, di cui gli siamo grati, per non parlare di Giuliano Amato o Giorgio Napolitano, sempre europeisti, né di Mario Draghi. C'è una tradizione europeista in Italia. Emmanuel Macron ha scelto di andare al di là dei partiti per mettere l'Europa in primo piano, ed ha ottenuto una netta vittoria contro i partiti che volevano distruggere l'Euro o uscire dall'Unione europea: non voglio però entrare nel merito di chi farà questo in Italia".Pensa che il successo di Macron possa diventare un modello per altri Paesi?
"Pochi mesi fa si diceva: dopo la Brexit e Trump, ora ci manca Le Pen in Francia. Senza voler essere un modello per nessuno, se però possiamo dare un po' di speranza a chi forse, pur essendo convinto dell'importanza dell'Europa, non osava rivendicarlo, nel clima molto depresso degli ultimi mesi e anni, sarebbe bello se l'esperienza francese rappresentasse un po' di luce in fondo al tunnel. Ogni Paese deve farlo a modo suo, ma è bello se si può trovare un'ispirazione dai vicini".
Qual è il clima politico in Francia, pochi giorni dopo l'elezione di Macron?
"Non dobbiamo lasciare che la gioia sparisca in pochi giorni, ma dobbiamo essere lucidi e consapevoli che il Paese è frammentato, l'opposizione dell'estrema destra e dell'estrema sinistra molto forte. Siamo contenti ma c'è molto lavoro da fare a casa: la battaglia è stata durissima, anche oggi dobbiamo essere modesti, queste forze esistono e hanno convinto una parte della gioventù, esattamente come Lega e Movimento 5 Stelle hanno un certo successo fra i giovani in Italia".
Quali sono le priorità che Macron intende affrontare in Europa?
"Innanzitutto il capitolo della sicurezza esterna e della difesa. Nel mondo di Trump, Putin, Erdogan, con tutta l'instabilità nel Mediterraneo dobbiamo cominciare a lavorare molto piu' concretamente sulla possibilità di procedere in comune, prendendo nelle nostre mani la difesa. Gli americani ci hanno protetti e gliene siamo grati, ma già Obama con toni piu' pacati e amichevoli e ora Trump ci hanno detto che questo non sara' per sempre e almeno dobbiamo condividere il carico. Non è qualcosa che si risolve in qualche settimana, ma dobbiamo impegnarci per il futuro. Poi c'è la questione dell'immigrazione: vogliamo tenere le frontiere aperte fra di noi per l'economia, la libertà, lo sviluppo, ma dobbiamo occuparci insieme di quello che succede sulla frontiera esterna e non c'è consenso. Emmanuel Macron ha sottolineato che Merkel ha fatto bene ad accogliere le persone, è un impegno moralmente giusto, ma si deve decidere insieme sullo spazio comune. L'Italia ha chiesto aiuto qualche anno fa, il Papa è andato a Lampedusa nel luglio 2013. E' un tema molto difficile dal punto di vista umano, con Le Pen, Salvini e l'AFD presenti nelle nostre società. Non c'è un solo strumento, dobbiamo fare più lavoro diplomatico per la stabilità, controllare le frontiere, bloccare i traffici illegali di persone e migliorare l'accoglienza e l'integrazione. Terzo, l'economia: ero con Macron a Berlino e lui è stato molto chiaro: non chiederemo più tempo o flessibilità sui conti, ma una risposta comune a tutte le sfide dell'Eurozona. La Francia paga questa sfida troppo cara: la spesa pubblica è troppo alta e questo spiega la mancanza di crescita. Probabilmente vale anche in Italia. L'idea è cominciare a discutere prima di tutto con la Germania: come ha detto Macron, non vogliamo lavorare contro la signora Merkel, ma con la signora Merkel e certamente con gli altri paesi. Non sarà facile: serve una visione complessiva ma anche smettere di criticare gli altri".
I 9 possibili candidati premier
- L'esponente centrista Francois Bayrou, tenace sostenitore di Macron con l'handicap però di essere un volto già noto
- Il segretario del movimento En marche! durante la campagna elettorale, Richard Ferrand
- Il sindaco di Lione, Gerard Collomb, socialista che ha sostenuto la candidatura dell'ex ministro dell'Economia di Hollande
- Il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, anche lui socialista.
- Il radicale di sinistra Jean-Louis Borloo
- L'economista già collaboratore di Jacques Delors, Pascal Lamy
- Il sindaco di Le Havre, Edouard Philippe, repubblicano che ha appoggiato Macron ed è sostenuto da un uomo di peso come Alain Juppè
- L'ex ministro gollista con de Villepin e Fillon, Xavier Bertrand
- L'ex ministro dell'Economia di Chirac, Thierry Breton, anch'egli gollista
Le 3 possibili candidate
- L'evergreen Segolene Royal, prima donna nel 2007 ad andare al ballottaggio alle presidenziali contro Sarkozy
- L'attuale presidente del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde
- L'eurodeputata centrista Sylvie Goulard, schieratasi fin dall'inizio al fianco di Macron.