L'Euro, figlio prediletto e misconosciuto

di Alessandro Galliani
Europa (imagoeconomica) 
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  • Martinica e Saint-Barthelemy nei Caraibi
  • Mayotte e Reunion nell'Oceano Indiano
  • e nelle Azzorre
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  • Montenegro

Tutte le tappe della moneta unica europea

  • 1957, IL PRIMO PASSO: è il 14 ottobre 1957 quando vengono enunciati i principi dell'Unione Europea, secondo i quali la moneta unica è un cardine su cui fondare la comunità politica.
  • 1978-79, NASCE IL SISTEMA MONETARIO EUROPEO: il 13 marzo 1979 viene instaurato lo Sme (Sistema Monetario Europeo), il meccanismo che fissa i tassi di cambio delle monete tra i Paesi della Comunità europea volto a limitare la fluttuazione dei cambi bilaterali.
  • 1979, ARRIVA L'ECU: l'Ecu è la prima unità di misura monetaria in Europa, non una moneta vera e propria, ma un'unità di conto per parametrare in varie operazioni le diverse valute europee, un paniere composto dalle valute degli Stati membri, ponderate proporzionalmente al peso economico di ciascuno Stato.
  • 1992, TRATTATO DI MAASTRICHT: il Trattato sull'Unione Europea viene firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992 dagli allora 12 Paesi membri della Comunità Europea (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna) ed entra in vigore il 1 novembre 1993. Il Trattato fissa i criteri di convergenza per aderire all'Unione monetaria e rappresenta una cesura epocale perchè formalizza l'esigenza di dotare l'Europa di una politica estera e di sicurezza comune. Il Trattato definisce, inoltre, le tappe per la creazione dell'Unione Monetaria e indica i requisiti che gli Stati membri avrebbero dovuto rispettare per poterla adottare.
  • 1995, BATTESIMO DEL NOME EURO: A Madrid nel dicembre 1995, viene scelto il nome della moneta. "Euro" riecheggia la epsilon greca, oltre a essere la prima parte della parola Europa.
  • 1998, NASCE LA BANCA CENTRALE EUROPEA: il primo giugno 1998 è istituita la Banca centrale europea che inizia a funzionare dal primo gennaio 1999 con il compito di definire e attuare la politica monetaria per l'area dell'euro, di svolgere le operazioni sui cambi, di detenere e gestire le riserve ufficiali dei Paesi dell'area dell'euro e di promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento. I trattati dell'Ue indicano il mantenimento della stabilità dei prezzi come suo obiettivo primario. Nel 1998 il Consiglio direttivo della Bce definisce tale stabilità come un tasso di inflazione a medio termine inferiore al 2%.
  • 1998, UN EURO VALE 1.936,27 LIRE: i tassi di cambio tra le prime undici divise nazionali aderenti all'euro sono determinati dal Consiglio europeo. Il 31 dicembre 1998 viene stabilito che un euro vale 1.936,27 lire.
  • 1999, L'EURO MONETA VIRTUALE: il primo gennaio 1999 l'euro inizia a essere usato per tutte le forme di pagamento non fisiche come, ad esempio, i trasferimenti elettronici e i titoli di credito, mentre le valute degli Stati partecipanti vengono bloccate a un tasso di conversione prefissato. Italia e Belgio sono entrambi accettati nella neonata area euro, in deroga ai loro debiti pubblici eccessivi. Sul dollaro il cambio si attesta a 1,18. Il rapporto tra la divisa unica e il biglietto verde, tra mille oscillazioni, toccherà un minimo di 0,83 nel 2001 e un massimo di 1,60 nel 2008, nel bel mezzo della crisi finanziaria statunitense. Oggi è in zona 1,05.
  • 2001, LA GRECIA ENTRA NELL'EUROZONA: il primo gennaio 2001, con l'adesione della Grecia, gli Stati membri della Unione monetaria diventano 12. Per entrare nell'euro i greci accettano l'aiuto di Goldman Sachs, una banca d'affari Usa specializzata nelle consulenze di imprese e governi per le privatizzazioni e le scalate aziendali. I greci sottoscrivono con la banca un accordo che permette di trasformare, mediante uno swap, 2,8 miliardi di euro di debito in dollari e yen in un prestito emesso in euro, sulla base di un tasso di cambio fittizio. Il contratto consente di sottrarre 2,8 miliardi al debito pubblico, assorbiti dall'opaco mondo della finanza ombra: Goldman, insomma, presta di fatto quei soldi alla Grecia, in cambio di 600 milioni di commissione. Tuttavia le vicende legate agli attentati dell'11 settembre fanno scattare una serie di clausole e il costo per Atene alla fine lievita a oltre 5 miliardi.
  • 2002, ARRIVA L'EURO DI CARTA: le banconote e le monete euro entrano in circolazione nei primi 12 sistemi monetari aderenti, Grecia inclusa, il primo gennaio 2002. Le vecchie valute coesistono con la nuova divisa fino al 28 febbraio 2002, data in cui cessa il loro corso legale. Il passaggio dalla lira all'euro ha innescato una serie di polemiche riguardanti l'aumento del costo della vita. Il dibattito si è trascinato per anni, soprattutto in relazione al cambio di un 1 euro pari a 1936,27 lire, giudicato da diversi analisti troppo oneroso per l'Italia.
  • 2007-2015, L'EUROZONA PASSA DA 11 A 19 PAESI: il primo gennaio 2007, con l'adesione della Slovenia, gli Stati membri della Uem diventano 13. Il primo gennaio 2008 tocca a Cipro e Malta aderire all'Ue. Il primo gennaio 2009 aderisce la Slovacchia, il primo gennaio 2011 l'Estonia, il primo gennaio 2014 la Lettonia e il primo gennaio 2015 la Lituania. Gli Stati membri dell'Uem diventano così 19.
  Eurozona Unione Europea (Afp)

Dalla crisi finanziaria a quella del debito sovrano, è effetto domino

  • 2008, SCOPPIA LA CRISI FINANZIARIA: il 15 settembre del 2008 Lehman Brothers, società finanziaria Usa operante a livello internazionale, annuncia la bancarotta. Tale evento scatena, con un effetto domino, la più grande crisi economica globale dai tempi della Grande Depressione del 1929. La sintomatologia della crisi tra le due sponde dell'Atlantico è simile: contrazione del credito, seguita da una brusca recessione. La risposta è pero' diversa: gli Stati Uniti, a distanza di pochi mesi, presentano due distinti maxi-piani di sostegno all'economia, mentre l'Ue vara un piano di ripresa ad hoc in grado di accompagnare le singole politiche nazionali di rilancio dell'economia reale. La Bce riduce i tassi e vara aiuti straordinari al sistema finanziario.
  • 2009, LA CRISI GRECA: nella seconda metà del 2009 Usa ed Europa sembrano faticosamente riemergere dalla crisi finanziaria, quando scoppia la crisi greca. Nell'autunno del 2009 il governo del socialista George Papandreu scopre che il precedente esecutivo aveva pesantemente truccato i conti, con l'aiuto di Goldman Sachs; il deficit reale della Grecia è di oltre il 12% del Pil, anziché il 6% dichiarato. Per mesi, le autorità politiche dell'Eurozona temporeggiano e non si decidono ad aiutare la Grecia. Soltanto nel maggio del 2010 viene adottato un primo piano di aiuti alla Grecia da 110 miliardi, erogati da Ue e Fmi, in cambio di un rigoroso piano di austerity basato su pesanti tagli alla spesa.
  • 2010, LA CRISI DEL DEBITO SOVRANO EUROPEO: la crisi della Grecia comincia a contagiare l'Europa e i prezzi dei titoli di Stato di molti Paesi del Vecchio Continente colano a picco, correndo il rischio di non riuscire più a esser collocati sul mercato. In risposta a questa crisi, i Paesi dell'Eurozona varano nel maggio del 2010, uno strumento finanziario ad hoc, l'Efsf, il cosiddetto Fondo salva Stati, una società finanziaria, con sede in Lussemburgo, costituita dai 19 Stati membri dell'area euro allo scopo di elargire prestiti agevolati ai Paesi con difficoltà finanziarie. L'accesso ai finanziamenti dell'Efsf può avvenire solo nel caso in cui il Paese richiedente è impossibilitato a pagare il proprio debito a tassi accettabili. Nell'autunno del 2010 il primo Paese europeo in crisi, oltre alla Grecia, a richiedere l'aiuto dell'Efsf è l'Irlanda. L'Efsf è comunque inteso come uno strumento provvisorio e per questo nel marzo 2011 viene varato l'Esm, il fondo salva-Stati permanente, un vero fondo pubblico affidato ai ministri delle Finanze dei Paesi membri.

La stabilità a rischio

 Mario Monti (imago)

Draghi lancia lo scudo anti-spread

 Mario Draghi (Afp)

Nel 2014 tassi negativi per la prima volta

Crollo Borsa, mercati finanziari (Afp)

Nel 2015 il primo Quantitative Easing

Nel 2016 arrivano il secondo e terzo QE

  • In primo luogo taglia tutti tassi, porta il 'refi', il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, dallo 0,05% a quota zero, abbassa ancora il tasso sui depositi, da -0,30% a -0,40%, e riduce il tasso marginale di 5 punti da +0,30% a +0,25%.
  • Inoltre, amplia da 60 a 80 miliardi di euro al mese l'ammontare degli acquisti mensili di titoli nell'ambito del programma di 'quantitative easing'. Infine, lancia un nuovo programma di Tltro, ovvero di prestiti alle banche a tasso agevolato condizionati alla fornitura di credito all'economia.
  • Lo scorso 8 dicembre 2016 la Bce ha prolungato il Qe, in scadenza a marzo, "fino alla fine del 2017 e anche oltre se necessario" ma, da aprile, ha deciso di ridurne l'entità da 80 a 60 miliardi di euro al mese.
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