Roma - I mercati globali puntano al dopo Brexit e per il secondo giorno consecutivo hanno chiuso in rialzo. Da Tokyo (+1,6% il Nikkei) all'Europa nuova ondata di rialzi con Milano ha chiuso sui massimi di seduta, nonostante l'andamento negativo di molti titoli bancari. Il Ftse Mib è salito del 2,21%, il Ftse All Share del 2,04%, con Parigi +2,6%, Francoforte +1,75% e Londra +3,6%. Anche la borsa americana, ha chiuso in territorio positivo. Il Dow Jones ha guadagnato l'1,63% a 17.693,31 punti, il Nasdaq ha avanzato dell'1,86% a 4.779,25 punti mentre lo S&P 500 ha messo a segno un progresso dell'1,70% a 2.070,68 punti.
Dagli Usa, Barack Obama ha invitato Europa e Regno Unito a "prendere fiato" e a organizzare un "piano ordinato e trasparente" per l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue. Il percorso di uscita, insomma, deve essere fatto "bene" e comunque, ha aggiunto il presidente Usa parlando da Ottawa, la Brexit non dovrebbe avere conseguenze immediate se non "a lungo termine" in un momento, come questo, di debolezza della crescita economica a livello globale.
A Bruxelles si sono riuniti i capi di Stato e di governo dell'Ue nel nuovo formato a 27, senza il premier britannico, David Cameron. La riunione "informale" ha ribadito che non ci sarà nessun negoziato prima della richiesta di uscita della Gran Bretagna e che la procedura deve essere fatta al più presto contro le incertezze.
L'ultima provocazione, "Gb 51mo Stato Usa"
Se il Regno Unito intende beneficiare del mercato unico una volta fuori dall'Ue "deve accettare tutte le condizioni, senza alcuna eccezione". Lo hanno chiarito i presidenti di Consiglio europeo e Commissione europea, Donald Tusk e Jean-Claude Juncker, al termine del vertice dei ventisette capi di Stato e di governo degli Stati membri dell'Ue, tenuto senza il premier britannico. Il Regno Unito, che con il referendum del 23 giugno ha decretato l'uscita dall'Ue, ha fatto sapere di voler continuare a usufruire del mercato unico europeo. In conferenza stampa prima Tusk e poi Juncker hanno chiarito che "se si vuole esserne parte bisogna rispettare tutte i principi fondamentali", ed in particolare "le quattro libertà" (libera circolazione delle merci, libera circolazione delle persone, libera circolazione dei servizi, libera circolazione dei capitali). "Non ci sarà un mercato unico a scelta", hanno scandito nei loro interventi Tusk e Juncker, utilizzando l'espressione 'no single marke a' la carte'.
I 27 non ritengono che sia necessario cambiare i Trattati dopo l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue, ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Tutti i leader sono d'accordo sul fatto che sarebbe "un errore" aprire adesso un dibattito sulla modifica dei trattati, ha detto Merkel, secondo cui questa posizione non è legata al "timore" che possano tenersi referendum simili in altri Paesi. Secondo Merkel, per gestire la Brexit, esiste già una base giuridica sufficiente per rispondere alle necessità e alle inquietudini dei diversi paesi membri. Con i leader dei ventisette Stati membri dell'Ue "abbiamo deciso che non è questo il momento per modificare i trattati", quanto di completare il processo di riforme. "Dobbiamo attuare, non innovare", ha detto Jean-Claude Juncker.
Per il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, la decisione del Regno Unito di uscire dall'Ue "è un momento nella storia dell'Unione europea, e i leader sono determinati a restare uniti nel formato a ventisette" Stati membri. "Abbiamo confermato che l'uscita del Regno Unito deve avvenire in modo ordinato, e che nessuna negoziazione inizierà prima delle notifica" formale della decisione di recedere.
Juncker ha anche spiegato che la Commissione europea "ascolterà" le ragioni della Scozia, ma non entrerà nel merito di un dibattito che a Bruxelles viene visto come "squisitamente britannico". Il presidente dell'esecutivo comunitario, oggi vede con la prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon. Juncker la riceverà per discutere dell'esito del referendum che ha decretato l'uscita del Regno Unito dall'Ue, nonostante il voto pro-europeo della Scozia. "La Scozia ha il diritto di essere ascoltata a Bruxelles. Ascolteremo, ma non abbiamo intenzione di interferire in un processo puramente britannico, non è questo il nostro mestiere", ha detto Juncker.
Renzi, da parte sua, ha assicurato che l'Italia mettera' in campo "misure per aiutare chi vorra' rientrare e anche per accogliere gli studenti britannici che vogliono tenere un passaporto europeo" ma ha avvertito gli euroscettici che un ritorno alla lira per l'Italia "sarebbe una follia".
Il vertice è stato anche occasione per parlare del piano del governo italiano a sostegno del sistema bancario.
"Non si possono cambiare le regole ogni due anni". Così la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha risposto alla domanda di un giornalista sulla eventualità di concedere una maggiore flessibilità ad alcuni Paesi e cambiare le regole sul settore bancario in Italia come conseguenza della Brexit.
"L'aspetto stabilità è prioritario, assieme a quello della flessibilità - ha premesso Merkel - abbiamo svolto un lavoro biennale per intervenire in modo pratico". "Abbiamo lavorato per darci regole comini sulla ricapitalizzazione delle banche, non possiamo cambiare le regole ogni due anni. Le basi attuali offrono lo spazio per rispondere alle necessità dei diversi stati membri", ha aggiunto.
(AGI)