Roma - "E' il momento di rispondere con i contenuti" per generare "risposte comuni su economia, immigrazione e sicurezza" e l'Italia è "un Paese che puo' fare la differenza" in questa delicata fase di transizione. "Possiamo essere noi a portare stabilità, proiettare responsabilità" in Europa". Cosi' in una intervista al quotidiano 'La Stampà, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, commenta l'impatto del referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Secondo il Capo dello Stato per l'Italia è il momento di essere protagonista "come ha già dimostrato di saper fare presentando con il Migration Compact e le proposte del ministro Padoan due documenti che hanno registrato convergenze ed apprezzamento". Quanto alla scelta del Regno Unito di uscire dall'Unione Europea "il voto dell'elettorato, nazionale o di un altro Paese - aggiunge Mattarella - va sempre rispettato, anche quando provoca rammarico e lo si ritiene un errore. Non si puo' tacere che quel voto cancella quasi mezzo secolo di storia britannica, quello della partecipazione alla Ue e ferisce la completezza dell'Unione". Quanto agli scenari futuri per l'Europa "si apre una stagione molto difficile: vengono meno alibi e abitudini consolidate nella vita dell'Unione. Dal punto di vista italiano dovrà essere l'occasione per superare ritardi e resistenze ormai inaccettabili, recuperando appieno il senso storico dell'integrazione d'Europa e la coesione dell'Unione. L'Europa è un progetto ambizioso e coraggioso, sorretto dall'aspirazione alla pace e al progresso". Quanto all'Ue, che sembra non riuscire piu' a rappresentare un polo positivo di attrazione: "Ogni progetto lasciato a metà evidenzia piu' i difetti che i pregi che possiede. L'edificio è incompiuto. Con tenacia, in questi decenni, ci si è battuti per mettere in comune le cose che potevano unirci. Ora - prosegue il Capo dello Stato - dopo la Brexit, all'improvviso la pubblica opinione comprende, con allarme, che il modello di vita che abbiamo sperimentato non è scontato. Puo' benissimo regredire". "Detto in termini disadorni, ciascuno puo' tornare a ritrovarsi solo di fronte alle prove del futuro. Va detto che i successi del percorso di progressiva integrazione continentale vanno spiegati e difesi giorno per giorno".
Quanto invece ai rapporti con Londra "il Consiglio europeo di oggi riveste importanza particolarmente grande ed è bene, quindi, che sia preceduto da incontri preparatori, come quello di ieri a Berlino tra Hollande, la Merkel e Renzi. L'esigenza è quella di far comprendere che l'Unione continua con convinta determinazione il suo percorso di integrazione. A questo scopo - aggiunge Mattarella - è importante rendere operativo il percorso conseguente alla decisione del Regno Unito di uscire dall'Unione. Si tratta, del resto, di un atteggiamento di rispetto vicendevole e, anzitutto, nei confronti del voto espresso dai britannici: sarebbe poco rispettoso tergiversare sull'attuazione della decisione referendaria. Sarebbe, inoltre, un errore tenere nell'incertezza, provocata da condizioni anomale, la vita dell'Unione". Circa le tre grandi emergenze collettive che si affacciano a livello internazionale - crisi economica, immigrazione e terrorismo: "Le sfide costringono a una risposta, a una reazione, ma sono ben lungi dal definire una ragion d'essere. Pensare che una realtà come l'Unione Europea esista solo per giocare in difesa sarebbe una visione profondamente errata ma, naturalmente, dobbiamo rispondere alle tre sfide parallele presenti, tutte particolarmente gravi. La sfida del terrorismo impone una maggiore integrazione". "La gestione dei flussi migratori richiede nel contempo maggiore solidarietà interna ed un ruolo piu' attivo di proiezione esterna della Ue in collaborazione con Paesi terzi e partner internazionali. A questo tende il Migration Compact presentato dall'Italia". Infine "Completare l'Unione economica e monetaria - prosegue Mattarella - per sbloccarne il potenziale inespresso; rafforzare l'Unione bancaria per restituire fiducia nel settore bancario, cruciale per la crescita e favorire la concessione di crediti per gli investimenti; pensare ad un meccanismo comune che contrasti la disoccupazione ciclica; usare i margini di flessibilità previsti dalle regole di bilancio per promuovere investimenti produttivi: sono queste alcune delle priorità che, se realizzate, contribuiranno a rafforzare un'Unione che appare disorientata". (AGI)