E’ la famiglia del magnate di Hong Kong, Li Ka Shing, uno dei più noti industriali asiatici, che ha annunciato il ritiro a marzo scorso, ad avere oggi controllo del gruppo Wind 3.
A capo della conglomerata CK Hutchison, con 323mila dipendenti e che opera in cinquanta Paesi, Li ha nominato il figlio maggiore, Victor, 53 anni: con un patrimonio personale stimato in 32,4 miliardi di dollari dalla rivista Forbes, Li Ka Shing è da anni l’uomo più ricco di Hong Kong, considerato un esempio per una generazione di tycooon dell’Estremo Oriente.
L'ascesa di Li Ka Shing
Spesso definito “Superman Li” per il suo acume per gli affari, Li Ka Shing aveva dato vita al suo primo gruppo, Cheung Kong Plastics, a soli 21 anni, nel 1950, partendo da un investimento pari a 6500 dollari, messi insieme tra risparmi personali e prestiti provenienti dai suoi familiari. Partito da umili origini e costretto a lasciare la scuola a soli dodici anni, come lui stesso ha dichiarato, ha costruito un impero con ramificazioni in più settori: Ck Hutchison ha dichiarato a fine 2017 un fatturato da 53 miliardi di dollari e opera nei porti, nelle infrastrutture, nel retail, nell’energia e nelle telecomunicazioni. La vita del pensionato non si addice al magnate di Hong Kong, che anche dopo il ritiro dagli affari, è rimasto attivo.
L’attività principale, oggi, è quella di capo della fondazione che porta il suo nome e che presto verrà guidata dai suoi due figli: Victor (Li Tzar Kuoi) e Richard (Li Tzar Kai). “Compio novanta anni questo mese e so quando dovrò ritirarmi”, ha detto nei giorni scorsi durante il primo incontro con la stampa concesso dopo l’abbandono delle cariche societarie, consumatosi a maggio scorso, quando ha passato al figlio maggiore le consegne dei due grandi gruppi da lui creati, Ck Hutchison Holdings e Ck Asset Holding.
A Richard ha lasciato finora la guida della Shantou University, nella provincia del Guangdong, di cui è originario, nata con i soldi della fondazione e della quale è stato presidente onorario fino a venerdì scorso. “Se Richard perderà i soldi della fondazione, dovrà ripagarli di tasca sua”, è stato l’avvertimento paterno, accompagnato da una risata, rivolto al figlio minore, seduto al suo fianco. La Li Ka Shing Foundation, nata nel 1980, ha distribuito finora oltre tre miliardi di dollari ad associazioni di beneficenza in tutto il mondo, con particolare attenzione al settore dell'educazione: non potendo andare a scuola, ha raccontato Li in una delle interviste rilasciate in decenni di carriera, ha sempre cercato di imparare da auto-didatta, comprando anche libri di testo usati e destinati al macero.
Imprenditore apprezzato in Cina
Li Ka Shing è un imprenditore apprezzato da lungo tempo anche dal Partito Comunista Cinese. Il magnate aveva incontrato due volte, nel 1986 e nel 1990, Deng Xiaoping, il leader cinese che nel 1978 aveva avviato le riforme economiche e le aperture della Cina, facendo una buona impressione sull’anziano leader, che ne aveva elogiato il patriottismo. Ancora più apprezzato il suo supporto alla Cina all’indomani della strage di piazza Tian’anmen del 1989. “Amo il mio popolo e il mio Paese, perciò, non importa cosa sia accaduto, continuerò a lavorare per il mio Paese”, aveva dichiarato allora.
Il buon rapporto con la Cina è proseguito anche sotto Jiang Zemin e Hu Jintao, i predecessori di Xi Jinping alla guida del partito e dello Stato, ma proprio negli ultimi anni erano emerse diffidenze da parte di Pechino, per il sospetto che il magnate di Hong Kong volesse prendere le distanze dal mercato cinese. Li ha smentito questi sospetti in molte interviste concesse ai media stranieri, spiegando che intendeva solo diversificare i propri investimenti in linea con l’andamento del mercato.
"Usa-Cina trovino accordo per evitare la guerra dei dazi"
Il sostegno alla Cina è apparso evidente anche in occasione delle ultime dichiarazioni pubbliche: Li ha preso una posizione non dissimile da quella ufficiale sulla disputa commerciale con Washington che proprio domani potrebbe vedere uno dei momenti più difficili, con l’introduzione di tariffe Usa su oltre ottocento prodotti importati dalla Cina e la reazione immediata e di uguale portata promessa da Pechino. A fine giugno scorso, Li ha auspicato che Cina e Stati Unti possano trovare una soluzione per evitare una guerra commerciale che, ha detto, “entrambi sono destinati a perdere”, e che avrebbe ricadute anche su Hong Kong.