Dalla Cina arrivano due notizie che non faranno piacere a Li Yonghong, il patron del Milan che entro ottobre dovrà restituire 303 milioni di dollari al fondo Elliott, mentre permangono i dubbi sulla consistenza del suo patrimonio, dopo il fallimento della cassaforte Jie Ande e l’inchiesta aperta dalla procura di Milano. Intendiamoci, niente di particolarmente compromettente per la società di via Turati. Ma che forse raccontano ancora una volta il clima non favorevole che circonda in questa fase storica le società che hanno investito all'estero in settori dalla incerta redditività, come quello del calcio.
Notizia numero uno
La lotta alla corruzione in Cina colpisce uno dei più grandi gruppi finanziari: China Huarong Asset Management. Sotto indagine per “gravi violazioni disciplinari”, l’eufemismo usato per indicare il reato di corruzione da parte della Commissione Centrale di Ispezione Disciplinare diretta da Zhao Leji, c’è il presidente del gruppo, Lai Xiaomin.
Il settore finanziario, assieme a quello assicurativo, è nel mirino delle autorità, che intendono scongiurare i rischi di sistema. A fine dicembre scorso, era stato condannato per corruzione anche l’ex presidente della China Insurance Regulatory Commission (Circ), Xiang Junbo, espulso dal Partito Comunista Cinese, e da ieri ufficialmente sotto indagine per l’accusa di avere intascato tangenti.
A comparire davanti ai giudici per diversi reati di natura finanziaria, è stato, il mese scorso, anche l’ex presidente del colosso assicurativo Anbang, Wu Xiaohui: il maggiore gruppo privato delle assicurazioni in Cina è stato commissariato per un anno dal governo a febbraio scorso sui timori di insolvibilità. Anbang si è resa protagonista, negli ultimi anni, di una serie di acquisizioni multimilionarie all’estero, tra cui quella dell’hotel Waldorf Astoria di New York, nel 2014, per un valore complessivo di 1,95 miliardi di dollari.
La storia è nota: a fine giugno Pechino ha ordinato alle banche di verificare l’esposizione al debito delle conglomerate d’affari che hanno fatto shopping sfrenato all’estero. Nella black list, insieme ai grandi gruppi privati quali Wanda, Anbang, Fosun, e Hna, sulle quali si è scatenata una fortissima pressione, Caixin aveva indicato anche Rossoneri Sport Investments: uno dei veicoli societari registrati nello Zhejiang con i quali è stata portata avanti l’operazione sul Milan.
Cosa c’entra Huarong con Li Yonghong? Dopo la clamorosa smentita con cui la finanziaria si sfilò dalla presunta cordata con cui Li doveva comprare il Milan, Huarong avrebbe concesso inizialmente dei prestiti all’attuale presidente di AC Milan per pagare le prime caparre (la prima tranche da 100 milioni), per aggirare le restrizioni del governo cinese a esportare capitali.
Le difficoltà in cui versa Lai Xiaomin non avranno ripercussioni dirette su Li Yonghong, e soprattutto non toccano il Milan. Ma il clima burrascoso che si respira nel mondo finanziario di Pechino non aiuta di certo lo slalom di Li, alla ricerca di nuove fonti di finanziamento per saldare i debiti e rispettare le prossime scadenze per gli aumenti di capitale, previsti dall’accordo stipulato con Elliott. Una piccola, brutta notizia.
Notizia numero due
L'attrice cinese Zhao Wei e il marito Huang Youlong, in qualità di azionisti di maggioranza della società Longwei Media, sono stati ufficialmente bannati per cinque anni dal mercato azionario e costretti a pagare una multa di 300mila di yuan, stando a quanto riferisce il China Daily. La notizia era già circolata nel novembre dello scorso, quando, secondo l’agenzia Bloomberg, l’attrice avrebbe dovuto pagare una multa di 150 mila dollari. La coppia ha presentato ricorso.
Cosa c’entra un’attrice miliardaria con il patron del Milan? Entro venerdì 20 aprile, l’Uefa aspetta dal Milan la documentazione completa sull’avvenuto rifinanziamento. Il club rossonero si presenterà a Nyon per discutere l’adesione al regime del settlement agreement, forte dei risultati positivi in termini di ricavi dell’ultima semestrale.
Li, fino ad oggi, seppur con qualche ritardo, ha sempre rispettato le scadenze, ma aveva avuto problemi con il primo aumento di capitale: a Hong Kong, non potendo rifondere un prestito di 8,3 milioni di dollari (circa 7 milioni di euro), scaduto il 28 febbraio scorso, lo ha trasferito alla moglie a un tasso del 24%.
Rossoneri Sport Investment Co. Limited, una delle numerose società che compongono la complessa scatola societaria facente capo a Li, aveva chiesto e ottenuto la proroga del prestito da parte dell’azienda creditrice Teamway International Group Holding (precedentemente nota con il nome di Jin Bao), tra i cui azionisti risulta esserci il marito dell’attrice Zhao Wei, che era stata giurata al festival di Venezia del 2016. Oggi sanzionata dalla China Securities Regulatory Commission, la Consob cinese, a causa di presunte acquisizioni irregolari realizzate dalla Tibet Longwei Culture Media Co., società di comunicazione fondata dalla coppia nel 2016.
In pratica, gli azionisti della società che ha prestato oltre 8 milioni a Li Yonghong navigano in bruttissime acque.
Laureata alla Beijing Film Academy, Zhao, 41 anni, nota anche come Vicky, è una delle attrici più apprezzate in Cina, tra le prime cento donne miliardarie nel mondo, secondo la lista Hurun. Ha raggiunto la fama internazionale recitando nelle due pellicole "So Close" e "Shaolin Soccer". Ha sposato Huang Youlong, stessa età, cittadino di Singapore, con residenza a Hong Kong. Marito e moglie hanno un patrimonio stimato di 6,3 miliardi di yuan.
Il 6 aprile scorso, Zhaowei aveva organizzato una festa esclusiva nella sua casa vinicola a Bordeaux, in Francia; tra gli invitati spiccavano i nomi del pianista Liu Shikun e del cantante Sting. Zhao non bada a spese: aveva fatto arrivare gli ospiti a bordo del suo aereo privato.
L’attrice ha costruito un impero comprando e vendendo azioni in grosse società, tra cui il gigante dell’e-commerce Alibaba. Anche il marito aveva proposto un’operazione di private equity al fondatore del colosso, Jack Ma. I due coniugi hanno registrato 36 società a Hong Kong, in gran parte costituite negli ultimi otto anni; risultano membri del Cda in 29 di queste, registrate nel medesimo indirizzo: One MIDTOWN di Hong Kong. Non solo. 19 società risultano registrate con un capitale sociale di 1 dollaro.
La coppia aveva cercato di acquistare il 29,1% della Zhejiang Wanjia, ma aveva ridimensionato l’offerta al 5% fino a rinunciare all’operazione, per i sospetti dell’ente regolatore sulla provenienza dei fondi.
Ha collaborato Wang Jing
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