La tariffa, fino al 35,5%, è stata sostenuta da dieci Paesi e respinta da cinque, mentre dodici si sono astenuti. Fico ha dichiarato che gli oppositori della misura “sono produttori di auto di classe media e di lusso le cui esportazioni in Cina potrebbero fallire”, secondo un comunicato del governo.
Durante la sua visita in Cina avvenuta alcuni giorni fa, Fico ha firmato un accordo di partenariato strategico con la Cina. La misura, entrata in vigore il 29 ottobre, applica una tariffa del 35,3% alla casa automobilistica cinese SAIC, del 18,8% alla Geely e del 17% alla BYD per un massimo di cinque anni. Bruxelles ha giustificato la tariffa con le gravi violazioni delle norme dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) di cui accusa la Cina. La Cina, da parte sua, ha citato l'Unione Europea (UE) davanti al meccanismo di risoluzione delle controversie dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, sostenendo che le tariffe mancano di “basi oggettive”.