AGI - Crollo in apertura di settimana a Wall Street, con i listini che segnano pesanti perdite sulla scia dei cattivi risultati delle Borse europee e del tonfo della Borsa di Tokyo dove il Nikkei ha perso il 12,4%, il risultato peggiore dal 1987. Gli investitori temono una possibile recessione negli Usa a fronte degli ultimi macro dati. Oggi sono attesi l'indice Pmi servizi Usa e Ism servizi, altri indicatori importanti nelle valutazioni della Fed sulle prossime scelte di politica monetaria. A spaventare i mercati anche il timore di una possibile escalation del conflitto in Medio Oriente.
In avvio di contrattazioni l'indice Dow Jones cede il 2,76% a 38.640,33 punti, il Nasdaq crolla del 6,05% a 15.760,02 punti, mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 4,16% a 5124,25 punti.
A subire una raffica di vendite che ha portato i titoli al ribasso sono soprattutto i titoli tecnologici: Tesla segna -9,4%, Apple -6,2%, Amazon -7,5%, Meta -6,3%, Nvidia -11,3%. Male anche le criptovalute, il Bitcoin ha perso il 14% nelle ultime 24 ore, Ethereum il 20%.
In calo anche Milano
Piazza Affari prosegue in calo dopo l'avvio negativo di Wall Street. Milano è la peggiore in Europa, sulla scia del tonfo delle borse asiatiche (Tokyo che ha chiuso a -12,4%) per i timori di una recessione dell'economia negli Stati Uniti, e per l'incertezza legata all'escalation del conflitto in Medio Oriente. Dopo una mattinata difficile (il Ftse Mib ha perso fino al 4%), adesso la Borsa cede il 3,6% a 30.865 punti. I mercati sono in attesa di conoscere i dati sull'indice di fiducia Ism servizi americani attesi nel pomeriggio. Sul listino milanese - tutto in rosso - pesa il settore del credito.
Mps la peggiore -5,54%. Giù Intesa -2,48%, Unicredit -4,34%, Generali -3,56%, banca Mediolanum -4,33%, Mediobanca -3,45%. Vendite su Tim -4,93%. Nexi, in fondo al paniere -7,44%. Giù Stm -5,81%. Tra gli industriali Stellantis -3,11% e Iveco -4%. Prese di profitto anche su Leonardo -2,12% che con Fincantieri oggi ha annunciato una nuova commessa per la Marina da 236 milioni. Orizzonte Sistemi Navali (Osn), la joint venture partecipata da Fincantieri e Leonardo, con quote rispettivamente del 51% e del 49%, costruirà per la Marina Militare italiana il quarto pattugliatore di nuova generazione con relativo supporto logistico. Tra gli energetici Saipem -6,52%, Enel -3,33%, Eni - 2,76%, Erg -4,85%.
Il crollo delle borse asiatiche
Tokyo ha guidato un crollo dei titoli azionari asiatici, mentre lo yen ha toccato un massimo da sei mesi dopo che i deboli dati sull'occupazione degli Stati Uniti hanno alimentato i timori di una recessione nella prima economia mondiale e hanno fatto aumentare le scommesse su diversi tagli dei tassi di interesse della Federal Reserve. Il sell-off ha fatto seguito a un'altra pesante giornata di perdite a Wall Street, dove i pesi massimi del settore tecnologico, tra cui Amazon e Microsoft, hanno subito il contraccolpo a causa dei timori che il rally di quest'anno, alimentato dall'intelligenza artificiale, possa essere stato esagerato.
Il rapporto sul lavoro Usa venerdì scorso ha mostrato che l'economia statunitense ha creato solo 114.000 posti di lavoro il mese scorso, in netto calo rispetto a giugno e molto meno del previsto, mentre il tasso di disoccupazione è salito al livello più alto dall'ottobre 2021. La notizia è arrivata un giorno dopo i dati poco brillanti sulle fabbriche che hanno alimentato i timori che i funzionari della Fed abbiano mantenuto troppo a lungo i costi di finanziamento ai massimi di due decenni. Ciò ha portato a speculare sul fatto che l'economia potrebbe subire un atterraggio duro e cadere in recessione.
L'indice di riferimento della capitale giapponese, il Nikkei, che era già crollato del 5,8% venerdì, viaggia in flessione del 12,28% a 31.500,03 punti, in procinto di registrare il più grande calo di punti della sua storia. Il Topix è sceso del 12,38% a 2.223,55 punti. Taiwan è crollata dell'8%, così come Seul. I mercati azionari cinesi sono scesi più moderatamente, con l'indice Hang Seng di Hong Kong in calo dell'1,8%, l'indice composito di Shanghai dell'1,1% e l'indice di Shenzhen dell'1,5%. "Ci sono semplicemente troppi incendi da spegnere, rendendo qualsiasi ripresa oggi un sogno irrealizzabile, soprattutto con il riemergere dei timori di recessione negli Stati Uniti e l'incombente spettro di un atterraggio duro che gela gli investitori globali", ha commentato Stephen Innes di SPI Asset Management.
"Il fattore scatenante? Un rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti che ha mancato così tanto il bersaglio da far cadere le mascelle, ma anche le azioni e i rendimenti obbligazionari" a Wall Street, ha aggiunto. Anche i timori di un'escalation delle tensioni in Medio Oriente hanno contribuito alla volatilità del mercato, sulla scia delle minacce dell'Iran e dei suoi alleati contro Israele, incolpato dal movimento islamista palestinese Hamas e dagli Hezbollah libanesi per la morte del leader di Hamas Ismail Haniyeh avvenuta mercoledì.