AGI - Non ci saranno sorprese nella riunione del comitato direttivo della Bce, prevista per oggi, ma il percorso di riduzione dei tassi di interesse è ormai avviato e ora è solo questione di tempi. Questo in sostanza il giudizio degli analisti sui prossimi passi delle banche centrali. Per Francois Rimeu, Senior Strategist, Cre'dit Mutuel Asset Management, la Bce dovrebbe rimanere invariati i tassi ma siccome l'inflazione dei servizi è rimasta "aderente" con un tasso annuo del 4,1% a giugno, mantenendo l'inflazione core al 2,9%, probabilmente indicherà che il percorso accidentato del processo di disinflazione verso il 2% richiede che le decisioni di tagliare i tassi di policy siano prese con attenzione e gradualità.
In sintesi, Christine Lagarde "ci aspettiamo ribadisca che le decisioni monetarie continueranno a dipendere dai dati, al fine di mantenere massima flessibilità per le riunioni future. Dovrebbe confermare che ulteriori tagli dei tassi sono probabili se i dati in arrivo confermeranno che l'inflazione della zona euro si sposterà verso l'obiettivo del 2% entro la fine del 2025"
Non ha dubbi Fabio Fois, Head of Investment Research & Advisory, visto che l'inflazione sta perdendo slancio in linea con le stime della Bce "al netto di una persistente vischiosità nella componente dei prezzi dei servizi, che dovrebbe esaurirsi dopo l'estate". Questo, aggiunge, "ha consentito alla banca centrale di iniziare a tagliare i tassi: ci aspettiamo che il copione si ripeta nella seconda parte dell'anno, al ritmo di un taglio al trimestre".
Anche gli esperti di Ebury sono convinti che la riunione del Comitato direttivo dell'Eurotower "non dovrebbe offrire alcun cambiamento di politica monetaria ed è poco probabile che si assista a variazioni significative, dato che le riunioni estive della BCE sono eventi raramente in grado di influenzare il mercato". Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti, dopo i dati sull'inflazione, "la porta è ora aperta per un primo taglio dei tassi di interesse a settembre e per uno o due ulteriori tagli prima della fine dell'anno". Dello stesso avviso Global Credit Team di Algebris Investments, secondo cui "la nuova lettura dell'inflazione spiana la strada a un primo taglio della Fed a settembre. Il mercato prevede probabilità superiori al 90% per il taglio di settembre e ipotizza tagli a ogni riunione successiva. Se il mercato del lavoro dovesse indebolirsi ulteriormente, il rischio diventerebbe quello di tagli consecutivi in altrettante riunioni consecutive". Quanto alla Bce, nessuna decisione in vista ma a loro giudizio, "è probabile che BCE aspetti fino a settembre per giustificare un altro taglio con nuove proiezioni. I mercati - ricordano - assegnano l'85% di probabilità per un taglio a settembre e vedono circa 2 tagli in totale entro la fine dell'anno".