AGI - L’Italia non è condannata alla stagnazione e può tornare a crescere ma non bisogna farsi illusioni: l’economia soffre ancora di “problemi gravi” e il “fardello” dell’alto debito pubblico, unito al calo demografico e al ritardo del Mezzogiorno, frenano la crescita del Paese. La strada da percorrere è dunque quella delle riforme, del rilancio della produttività, degli investimenti e dell’innovazione, della lotta agli sprechi e all’evasione fiscale nonché dell’integrazione dei migranti regolari che danno spinta all’occupazione. E in questo scenario l’intelligenza artificiale può rappresentare una grande opportunità ma anche un rischio per i posti di lavoro. E’ l’agenda delineata da Fabio Panetta, nelle sue prime Considerazioni finali da governatore della Banca d’Italia, che guida ormai da novembre.
"Non dobbiamo farci illusioni: la nostra economia soffre ancora di problemi gravi, alcuni radicati e di difficile soluzione. Il ritardo economico Mezzogiorno e l’elevato debito pubblico sono questioni ineludibili per la politica economica", ha osservato Panetta ma “l’agenda è chiara" e "va realizzata per tornare a crescere e per contare in Europa, e con l’Europa contare nel mondo”. “Non siamo condannati alla stagnazione”, ha spiegato il numero uno di Bankitalia, ma la ripresa” va consolidata. “La ripresa registrata dopo la crisi pandemica è stata superiore alle previsioni e a quella delle altre grandi economie dell’area. Contrariamente a quanto avvenuto in episodi di crisi del passato, è stata intensa anche nel Mezzogiorno", ha detto Panetta evidenziando che "l’economia italiana ha certo beneficiato a lungo di politiche monetarie di bilancio espansive. Ma ha tratto vantaggio anche dal processo di ristrutturazione del tessuto produttivo".
Tuttavia, ha anche messo in guardia: "I vincoli alla concorrenza in molti settori creano rendite di posizione e limitano l’accesso di nuovi operatori, comprimendo l’innovazione, la produttività e l’occupazione. Dobbiamo aprire l’economia alla concorrenza e offrire a tutti l’opportunità di valorizzare i propri talenti". Il fattore più preoccupante è l'elevato debito pubblico: un "fardello" che va ridotto mantenendo sotto controllo i conti, rilanciando la crescita e combattendo gli sprechi di spesa e l'evasione fiscale. Per affrontare il problema, è necessario, secondo il numero uno di Bankitalia, "un piano credibile volto a stimolare la crescita e la produttività, e nel contempo a realizzare un graduale e costante miglioramento dei conti pubblici".
Tale piano, ha osservato, "dovrà collocare il debito in rapporto al prodotto su una traiettoria stabilmente discendente. Quanto più la prospettiva di riduzione del debito sarà credibile, tanto minori saranno i rendimenti che gli investitori chiederanno per detenerlo. Ciò renderà a sua volta meno arduo l’aggiustamento". Per Panetta, inoltre, "sono necessarie scelte attente soprattutto dal lato della spesa, al fine di riorientarne la composizione in favore dello sviluppo e di eliminare le inefficienze. Un contributo dovrà derivare dal contrasto all’evasione fiscale, sulla scia dei risultati positivi registrati in questo campo nell’ultimo decennio. Potremo liberarci del fardello del debito - ha concluso - soltanto coniugando prudenza fiscale e crescita".
Il governatore di Bankitalia ha messo in guardia anche sul calo demografico che frena la crescita e determinerà una contrazione del Pil, da qui al 2040, di 13 punti percentuali. "Guardando al futuro - ha osservato Panetta - l’economia italiana potrà conseguire ritmi di sviluppo sostenuti se saprà, da un lato, affrontare le conseguenze del calo e dell’invecchiamento della popolazione e, dall’altro lato, imprimere una decisa accelerazione alla produttività". Il numero uno di Via Nazionale ha ricordato che, secondo i dati dall'Istat, "da qui al 2040 il numero di persone in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni di unità, malgrado un afflusso netto dall’estero di 170.000 persone all’anno. Questa contrazione si tradurrebbe in un calo del Pil del 13 per cento, del 9 per cento in termini pro capite”.
Per poter tornare a crescere, ha avvertito Panetta, è necessario proseguire sulla strada delle riforme e attuare pienamente e tempestivamente il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Secondo il numero uno di Bankitalia, "la piena attuazione degli investimenti e delle riforme previste dal Pnrr, oltre a innalzare il prodotto di oltre di 2 punti percentuali nel breve termine, avrebbe effetti duraturi sulla crescita dovuti a incrementi di produttività stimabili tra 3 e 6 punti percentuali in un decennio". Un “ruolo decisivo” è rappresentato dal capitale umano e dai giovani. E anche dall’immigrazione.
“È possibile - ha osservato- - che un sostegno all’occupazione derivi da un flusso di immigrati regolari superiore a quello ipotizzato dall’Istat. Occorrerà gestirlo, in coordinamento con gli altri paesi europei, bilanciando le esigenze della produzione con gli equilibri sociali e rafforzando le misure di integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro”. Il governatore ha riservato un’ampia attenzione all’Europa - senza però fare alcun riferimento alle imminenti elezioni - e alla politica monetaria della Bce. L'economia dell'Eurozona, ha detto Panetta, mostra "segnali incoraggianti" e le previsioni indicano "una crescita modesta" ma soggetta a "rischi al ribasso".
“L’introduzione di un titolo europeo privo di rischio e il completamento dell’Unione bancaria - ha detto - sono le precondizioni per creare un mercato unico dei capitali”, ma ha anche sottolineato l’importanza di definire un Testo unico della finanza europeo. Inoltre, secondo l’inquilino di Via Nazionale, gli effetti delle nuove regole di bilancio Ue "dipenderanno da come esso sarà applicato" ma serve una politica di bilancio comune. Sul fronte della politica monetaria, per Panetta, è necessario evitare che “diventi eccessivamente restrittiva, spingendo l’inflazione al di sotto dell’obiettivo simmetrico della Bce". Pertanto, ha sottolineato, "nel definire il percorso di riduzione dei tassi ufficiali bisognerà considerare che un’azione tempestiva e graduale permetterà di contenere la volatilità macroeconomica rispetto a un’azione tardiva e precipitosa".
Secondo il numero uno di Bankitalia, la stima di inflazione annua dell’Eurozona al 2,6% a maggio, "è in linea con le previsioni e le aspettative dei mercati". Per i prossimi mesi, ha proseguito, “se i dati risulteranno coerenti con le attuali previsioni, si profila un allentamento delle condizioni monetarie. Ciò non interromperà l’azione volta a ripristinare la stabilità dei prezzi". Un lungo passaggio è stato dedicato all'intelligenza artificiale che in Italia avrà per lo più un impatto positivo su due lavoratori su tre ma, in alcuni casi, potrebbe anche ridurre i posti di lavoro. "Secondo nostre stime, in Italia i mutamenti indotti dall’intelligenza artificiale - ha osservato Panetta - riguarderebbero due lavoratori su tre. Per la maggioranza di essi la produttività e le opportunità di lavoro aumenterebbero, ma per una significativa minoranza le occasioni di impiego potrebbero ridursi".
Pertanto, ha spiegato il numero uno di Bankitalia, "nella fase di transizione servirà accompagnare i lavoratori nella riqualificazione professionale o facilitarne il ricollocamento in altre attività, tutelando quanti subiranno i costi di adattamento maggiori". Infine il sistema bancario che resta solido ma richiede comunque un certo livello di guardia. "Il 2023 – ha ricordato il governatore - è stato un anno molto favorevole per le banche italiane. Il rendimento del capitale ha superato il 12 per cento. La redditività ha beneficiato di un’eccezionale congiuntura di mercato, in cui l’abbondante liquidità in circolazione ha frenato l’aumento del costo della raccolta, mentre il rialzo dei tassi ufficiali si è rapidamente trasmesso a quelli sui prestiti, alimentando il margine di interesse. Il capitale è salito al 15,6 per cento delle attività a rischio". Tuttavia, ha avvertito Panetta, “non possiamo farci cogliere impreparati da tensioni che potrebbero emergere in futuro".