AGI - L'economia statunitense ha creato più posti di lavoro del previsto il mese scorso, segnalando che il mercato del lavoro rimane robusto, il che potrebbe fornire alla Federal Reserve più margine di manovra per ritardare il taglio dei tassi di interesse fino alla fine dell'anno. A marzo, secondo i dati del Bureau of Labor Statistics del Dipartimento del Lavoro, sono stati creati 303.000 posti, il massimo in 10 mesi, rispetto ai 270.000 di febbraio e alle aspettative del mercato di 200.000. Le retribuzioni orarie medie sono cresciute dello 0,3% su base mensile, come da attese, rispetto allo 0,2% rivisto di gennaio. Il tasso di disoccupazione, nel frattempo, è sceso al 3,8% dal 3,9% del mese precedente, rimanendo al di sotto del 4% per 26 mesi consecutivi, il periodo più lungo dalla fine degli anni '60. Nel frattempo i future a Wall Street mantengono i guadagni, ma registrano una significativa volatilità con i contratti sui tre listini principali che oscillano tra lo 0,1% e lo 0,4%.
Nel dettaglio, a marzo si sono registrati aumenti di posti di lavoro nel settore sanitario (72mila), in particolare nei servizi sanitari ambulatoriali (28mila) e negli ospedali (27mila); pubblica amministrazione (71mila), ovvero enti locali (49mila); e costruzione (39mila). Allo stesso tempo, l'occupazione è aumentata nel settore del tempo libero e dell'ospitalità (49mila), tornando al livello pre-pandemia. Nella riunione di marzo, la Fed si è attenuta alla sua visione di tre tagli dei tassi quest'anno, aumentando le speranze di un taglio a giugno, ma da allora un certo numero di funzionari, tra cui il presidente Jerome Powell, ha sottolineato la necessità che la banca centrale a stelle e strisce continui a valutare attentamente i dati macro in arrivo prima di iniziare un ciclo di taglio dei tassi.
I forti dati economici, tra cui la crescita a sorpresa del settore manifatturiero statunitense all'inizio della settimana, hanno frenato le aspettative che i tagli dei tassi inizieranno già a giugno. E proprio ieri il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha rafforzato i dubbi affermando che se il raffreddamento dell'inflazione non dovesse concretizzarsi, quest'anno potrebbe non essere affatto necessaria una riduzione dei tassi d'interesse.