AGI - Il governo tramite il ministro Raffaele Fitto difende la revisione del Pnrr, operata con le due rimodulazioni approvate dalla Ue negli scorsi mesi. Le Regioni però contestano i tagli nel comparto. Mentre le opposizioni invitano a un monitoraggio puntuale della spesa, che ritengono attestarsi un livello non soddisfacente per una corretta attuazione del Piano. La due giorni di discussione in Parlamento, tra Aula e Commissioni, sul Dl Pnrr e la quarta relazione sullo stato di avanzamento del Piano - presentata alla cabina di regia il 22 febbraio scorso - ha consentito di sviscerare i risultati raggiunti finora e i nodi ancora aperti.
La relazione annota che su 101,93 miliardi di euro di fondi Pnrr ricevuti finora, il 52% del totale, l'Italia in due anni e mezzo ne ha spesi circa 45,6. Lo scorso anno sono stati utilizzati 21,1 miliardi, pari a poco meno di quanto era stato impegnato sommando le attività dei primi due anni del piano
L'ultimo rendiconto semestrale è incentrato soprattutto sulle due rimodulazioni dei fondi, per circa 30 miliardi, operate dal governo negli scorsi mesi, espungendo dal piano opere e obiettivi che non sarebbe stato più possibile raggiungere al 30 giugno 2026. Il ministro Fitto non nasconde il suo disappunto per il fatto che "sulla revisione si è discusso che non fosse possibile" e ricorda: "Abbiamo deciso che andava portata avanti perché era un piano pensato prima della guerra in Ucraina, con altri costi delle materie prime. Non abbiamo deciso di togliere dei progetti per scelta, l'abbiamo fatto perché era l'unico modo per poter realmente utilizzare queste risorse". Poi sottolinea: "Ci sono stati fiumi di parole in questi mesi sui tagli, non c'è nessun taglio, solo una operazione necessaria". Il prossimo fronte di discussione riguarderà probabilmente il capitolo sulla sanità. "La revisione del Pnrr non comporta nessun taglio alle risorse per la salute, c'è un spostamento dei progetti verso altre risorse", specifica Fitto. "Diversi progetti che erano stati inseriti - aggiunge - erano precedenti al Piano, abbiamo preso atto che non erano compatibili con i tempi previsti, sono stati spostati ai finanziamenti originali". Poi annuncia che: "L'obiettivo del Governo e' aprire un confronto con le Regioni per ricomporre il quadro" dato che "ci sono circa 2 miliardi non ancora impegnati dall'articolo 20". Si tratta delle risorse per l'edilizia sanitaria del vecchio progetto 'ospedale sicuro'.
Le Regioni però, come già annotato da un report della loro Conferenza nei giorni scorsi, chiedono lo stralcio dell'articolo 1 nella parte che riguarda la sanita' e parlano di risorse non sufficienti. L'Ufficio Parlamentare di Bilancio invece ha sottolineato "l'esigenza che nel quadro tendenziale del prossimo Def vengano specificati il profilo annuale e la composizione per voce economica del complesso delle misure del Pnrr e del Pnc". La presidente Lilia Cavallari, presentando in Commissione Bilancio alla Camera le analisi in merito agli effetti finanziari del decreto Pnrr, sottolinea che "il decreto fornisce informazioni non esaustive sulla destinazione delle nuove risorse e sui definanziamenti operati nell'ambito del Pnrr, che plausibilmente diverranno disponibili in un futuro decreto ministeriale". L'Upb annota: sono stati inseriti nel Pnrr e incrementati "nuovi progetti per quasi 23 miliardi (di cui la meta' riguardanti la Missione 7 relativa a RepowerEU)", mentre vengono "definanziati progetti già presenti nel Piano per oltre 10 miliardi ed escono progetti in essere per circa 10, che rimangono a valere sulle risorse del bilancio nazionale".
Nella sua risoluzione il Pd parla di "dati sullo stato di attuazione che smentiscono l'euforia del ministro Fitto. I primati italiani decantanti dal governo non sono purtroppo veritieri e il livello di spesa effettivamente sostenuto finora dal nostro paese e' ben inferiore alle risorse gia' trasferite". Mentre il M5s chiede di trasmettere tempestivamente alle Camere la quinta relazione", accompagnata da un documento che "fornisca una sistematica comparazione del piano originario e quello risultante dal processo di revisione". Il documento dei pentastellati chiede anche di "garantire il coinvolgimento pieno e tempestivo del Parlamento nel processo di definizione di eventuali modifiche".