AGI - Sarà proclamato ad aprile a Torino uno sciopero provinciale di 8 ore con manifestazione dei lavoratori del settore automotive (Stellantis e indotto), per chiedere la salvaguardia e il rilancio del comparto. È quanto è stato deciso dall'assemblea dei delegati di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e Associazione Quadri che si è riunita questa mattina a Torino.
"La mobilitazione - spiegano i sindacati - sarà organizzata con l'obiettivo di sensibilizzare le istituzioni locali, il governo e il sistema industriale automotive sulla profonda crisi che sta attraversando il settore auto a Torino. Il tavolo automotive e quelli di crisi al Mimit non hanno ancora dato risposte adeguate". Le organizzazioni sindacali chiedono "un impegno concreto affinché vengano portate nuove produzioni a Torino e affinché l'intero comparto sia sostenuto ad affrontare i contraccolpi occupazionali del processo di transizione". Nelle prossime settimane le organizzazioni sindacali svolgeranno le assemblee dei lavoratori in tutte le aziende del comparto automotive. Alla manifestazione provinciale di aprile è prevista la presenza dei segretari nazionali.
Fiom, decisione straordinaria
"La decisione presa oggi a Torino unitariamente dai sindacati metalmeccanici di indire uno sciopero di otto ore con manifestazione ad aprile, per rilanciare la necessità di un intervento urgente sul settore dell'automotive, è straordinaria". Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil.
"Sono anni - prosegue - che la 'Detroit italianà continua a perdere lavoro in ricerca, sviluppo e produzione di mobilità con una crisi permanente e strutturale che deve essere fermata per assicurare un futuro alle lavoratrici e ai lavoratori e alle giovani generazioni. Sono necessarie nuove produzioni per il rilancio di Mirafiori, con l'obiettivo di arrivare a 200.000 unità, e devono essere messi in campo interventi di infrastrutturazione e missioni degli enti centrali per dare un futuro allo stabilimento torinese e a tutte le aziende della componentistica del territorio, a partire dalle vertenze in corso".
La Fiom-Cgil nazionale sosterrà l'iniziativa unitaria al fine di avere un confronto a Palazzo Chigi, come già chiesto insieme a Fim e Uilm, con la Presidente del Consiglio e le imprese "per salvaguardare e rilanciare la produzione industriale dell'automotive nella transizione ecologica e tecnologica rimettendo al centro i lavoratori".
Uilm, automotive in mezzo a crisi senza precedenti
"Torino sta attraversando un momento difficile. L'automotive con l'indotto è nel mezzo di una crisi senza precedenti. In questa fase storica, i sindacati metalmeccanici hanno scelto di fare un percorso unitario per un obiettivo comune: rilanciare l'automotive italiano nel territorio in cui questo è nato". Ad affermarlo, il segretario generale della Uilm Torino Luigi Paone, a proposito dello sciopero che sarà proclamato dai sindacati ad aprile per il rilancio del settore auto.
"Per tali ragioni, a 15 anni dall'ultima iniziativa unitaria - aggiunge - le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici si sono riuniti e hanno deciso di scioperare e manifestare, per portare nuovi modelli a Mirafiori e rilanciare l'indotto".
Cgil Piemonte, governo e Stellantis dicano la verità
"Governo e Stellantis dicano la verità al Paese sull'auto. Basta 'balletti' sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori di Mirafiori e dell'indotto, basta tenerli in ostaggio". Ad affermarlo, il segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo. "Il governo dica cosa fa per aumentare i produttori in Italia - dice - e Stellantis dica come aumenterà la produzione. Basta casse integrazioni, chiusure, delocalizzazioni indotte e licenziamenti. Bene hanno fatto i metalmeccanici a indire lo sciopero per l'inizio di aprile. Tutta la Cgil del Piemonte sarà con loro".
"È un'azione per il futuro del lavoro - aggiunge - per l'Italia, per il Piemonte e per Torino. La Regione Piemonte e il Comune di Torino stiano semplicemente con le lavoratrici e i lavoratori senza se e senza ma: servono 200mila vetture all'anno e nuove assunzioni".
"È questo il momento, Roma e Parigi rispondano" conclude.