AGI - Il Giappone è scivolato inaspettatamente in recessione alla fine dello scorso anno, perdendo il titolo di terza economia mondiale in favore della Germania che segue Stati Uniti e Cina e sollevando dubbi su quando la banca centrale inizierà ad abbandonare la sua decennale politica monetaria ultra-accomodante.
Il Pil nipponico si è contratto per il secondo trimestre consecutivo e nel quarto trimestre del 2023 ha registrato un -0,4% tendenziale e un -0,1% congiunturale, a causa della debole domanda della Cina. Gli analisti si aspettavano un +1,4%, dopo che nel terzo trimestre l'economia giapponese era crollata del 3,3%.
Due trimestri consecutivi di contrazione sono tipicamente considerati la definizione di una recessione tecnica. Mentre molti analisti si aspettano ancora che la Banca del Giappone elimini gradualmente il suo massiccio stimolo monetario quest'anno, i dati deboli potrebbero mettere in dubbio la sua previsione che l'aumento dei salari sosterrà i consumi e manterrà l'inflazione in modo duraturo intorno al suo obiettivo del 2%.
Il dato attuale dunque aumenta le pressioni sulla Banca del Giappone, che sta considerando di aumentare i tassi di interesse per la prima volta dal 2007. "Due cali consecutivi del Pil e tre cali consecutivi della domanda interna sono una cattiva notizia, anche se le revisioni potrebbero modificare marginalmente i numeri finali", ha notato Stephan Angrick, economista senior di Moody's Analytics, il quale aggiunge che "tutto ciò rende più difficile per la banca centrale giustificare un rialzo dei tassi, per non parlare di una serie di rialzi". "Ciò che colpisce particolarmente è la lentezza dei consumi e delle spese in conto capitale, che sono i pilastri fondamentali della domanda interna", ha commentato Yoshiki Shinke, economista senior del Dai-ichi Life Research Institute, secondo il quale "l'economia per il momento, senza nuovi fattori chiave di crescita, continuerà a mancare di slancio".