AGI - Gli attacchi ripetuti dei ribelli yemeniti Huthi alle navi che attraversano il Mar Rosso al momento non rappresentano un rischio alto per il commercio mondiale e per il transito dei flussi di petrolio, ma serve "massima allerta", anche perché gruppi di questo genere possono essere "più imprevedibili e meno controllabili". Lo afferma il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, in un'intervista all'AGI, dopo l'escalation di aggressioni nella zona.
Il Mar Rosso, spiega Tabarelli, "è un'arteria fondamentale ma i rischi per il petrolio per il momento sono bassi perché comunque gli Usa da 40 anni dimostrano che con l'intervento militare e la tecnologia che hanno riescono a difendere bene tutte le navi che sono in transito. Ovviamente aumentano un po' i costi e le assicurazioni". Inoltre, si tratta di "una storia che abbiamo già visto in passato, - aggiunge - ci sono già stati attacchi nella zona della penisola arabica e poi tre anni fa abbiamo avuto quel blocco legato all'incidente della nave e abbiamo già conosciuto le difficoltà dovute a questa dipendenza, che l'Europa in particolare ha, dallo Stretto di Suez e dal Mar Rosso".
La novità di questa situazione, prosegue Tabarelli, "è che gli Huthi si sono organizzati per la prima volta in modo tale da mettere in crisi il flusso di petrolio e di altre merci nella zona. C'è da dire che sono un gruppo militare di minoranza, relativamente poco importante rispetto ad altri eserciti. In passato abbiamo avuto attacchi simili nel Golfo Persico, nello stretto di Hormuz, da parte dell'Iran che è una potenza militare. Gli Huthi sono legati all'Iran, quindi si tratta di una strategia speculare fatta in un'area speculare".
E se è vero che sono gruppi piu' disorganizzati, argomenta Tabarelli, non essendo un esercito "è vero allo stesso tempo che sono imprevedibili perché meno controllabili. Bisogna vedere come si muoveranno". Ma per il momento la situazione sembra poco preoccupante: "Il primo indicatore - afferma - per noi è quello dei prezzi del petrolio: se sono tranquilli vuol dire che non ci sono grandi problemi. Oggi i prezzi del greggio sono a calare, in linea con il trend che li caratterizza da settimane, perciò non intravediamo grandi problemi nei prossimi giorni, però le sorprese sono sempre possibili. Per questo serve massima allerta. La cosa positiva è che in questo momento tutto il mercato petrolifero mondiale è segnato dalla stabilità delle quotazioni, da quotazioni deboli e da un eccesso di offerta rispetto alla domanda che sta rallentando".
Per concludere, dice Tabarelli, "quello che bolle sotto questa superficie di relativa tranquillità nel Golfo Persico è sempre difficile da capire, in particolare l'Iran e' sotto massimo controllo. Ci sono gruppi non controllabili e potrebbero essere capaci di creare delle cose un po' eclatanti. Per il momento la situazione è tranquilla e soprattutto servono le portaerei americane, questo è fuori discussione, se non ci fossero il prezzo del petrolio sarebbe il doppio di quello attuale".
Ila