AGI - Moody's ha confermato il rating Baa3 dell'Italia ma ha alzato a stabile da negativo l'outlook. La decisione, spiega l'agenzia di classificazione, "riflette una stabilizzazione delle prospettive per la forza economica del Paese, la salute del settore bancario e le dinamiche del debito pubblico. Le prospettive economiche cicliche di medio termine continuano a essere sostenute dall'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia e i rischi per le forniture energetiche sono diminuiti, in parte grazie alla forte azione politica del governo".
Anche i miglioramenti nel settore bancario, che secondo Moody's dovrebbero essere sostenuti, "favoriscono la crescita economica ciclica. A sua volta, una crescita positiva sostenuta del Pil nei prossimi anni riduce il rischio di un deterioramento sostanziale e rapido della solidità fiscale".
La conferma dei rating Baa3, sottolinea Moody's è invece "sostenuta dai significativi punti di forza economici dell'Italia, tra cui il robusto settore manifatturiero, l'elevata ricchezza delle famiglie e il basso indebitamento del settore privato. Sebbene la solidità istituzionale del Paese sia sostanzialmente in linea con quella dei Paesi omologhi a livello globale, Moody's ritiene che le lacune istituzionali limiteranno i miglioramenti strutturali della crescita derivanti dall'attuazione di riforme e investimenti come quelli contenuti nel Pnrr, nonostante la spinta ciclica di cui sopra. Poiche' un consolidamento fiscale ampio e sostenuto sarà politicamente impegnativo, l'onere del debito dell'Italia rimarrà molto elevato, limitando la forza fiscale".
In particolare, l'ipotesi di base di Moody's è che l'onere del debito dell'Italia rimarrà intorno al 140% del Pil nei prossimi anni, mentre la sua sostenibilità "si indebolirà gradualmente con l'aumento del costo del nuovo debito". Nel dettaglio, l'agenzia stima che il rapporto tra deficit e Pil si attesterà al 4,4% nel 2024 e che quello tra debito e Pil scenderà al 140,3% quest'anno dal 141,7% del 2022, per poi "rimanere ampiamente stabile attorno a questo livello sino alla fine del decennio, circa 6 punti percentuali sopra a dove si trovava prima della pandemia di Covid. Moodys prevede inoltre che il servizio del debito assorbirà quest'anno l'8,1% delle entrate, contro l'8,9% del 2022, ma è destinato a raggiungere il 9,7% nel 2027, tornando sui livelli del 2013.
Il rating dell'Italia tiene inoltre conto del sostegno creditizio della Banca centrale europea, "che si è impegnata in modo credibile a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per rispondere a forti aumenti dei tassi di interesse non riconducibili ai fondamentali del Paese". Infine, sulla valutazione pesano anche le "carenze di efficacia delle politiche dell'Italia, che fanno si' che il suo profilo di credito dipenda dall'esistenza di un backstop credibile da parte della Bce".