AGI - È sempre più un'intesa tra Francia e Germania il nuovo Patto per la stabilità e crescita dell'Unione europea. Alla riunione dell'Ecofin i ministri Bruno Le Maire (Parigi) e Christian Lindner (Berlino) si sono presentati "ottimisti" sul raggiungimento di un accordo entro l'anno anche grazie ai loro continui confronti bilaterali e alla sinergia ritrovata, seppur in un negoziato che continua a essere serrato.
"Ci sono stati progressi sostanziali che mi rendono più ottimista", ha confermato Lindner al suo arrivo alla riunione dell'Ecofin in cui è stato discussa l'ultima bozza di compromesso. "è stata riconosciuta la necessità di una linea di salvaguardia" per la riduzione dei livelli di debito pubblico così come il fatto che "gli obiettivi numerici dovrebbero essere considerati in relazione alla riduzione del deficit". Tuttavia ha avvertito che il "livello di ambizione" deve ancora essere discusso, poichè "si tratta di numeri, non solo di strumenti" per ridurre il debito e il deficit, quindi "c'è ancora molto lavoro da fare".
Le Maire ha confermato che il confronto con Berlino va avanti "in un mood positivo": la settimana scorsa Lindner era a Parigi, nei prossimi giorni Le Maire volerà a Berlino. L'ultima bozza presentata dalla presidenza spagnola prevede di introdurre salvaguardie fissando una riduzione media del debito pubblico che deve essere intrapresa in un dato periodo di tempo (da quattro a sette anni) dai Paesi il cui debito supera la soglia del 60% del Pil, e viene imposto un ulteriore margine di sicurezza al di sotto del deficit del 3% per reagire a crisi impreviste.
La posizione dell'Italia
Elementi che non soddisfano l'Italia. Fonti del Mef hanno fatto trapelare che Roma a questo punto non è disposta a firmare qualsiasi accordo perchè intende prendere gli impegni che sa di essere in grado di mantenere.
Quindi, a queste condizioni, tanto vale tornare al vecchio Patto (più stringente ma mai applicato) invece di uno nuovo meno stringente, sulla carta, ma più vincolante nell'attuazione.
È stata accolta in parte la richiesta italiana di prendere in considerazione gli investimenti. Non saranno scorporati dal debito ma verranno ritenuti elementi attenuanti in caso di procedura eccessiva per deficit. Varrà in particolare per gli investimenti per la Difesa. Gli investimenti legati invece al Pnrr e ai cofinanziamenti nazionali permetteranno di avere più margine di spesa negli anni 2025-2026.
A confermare che questa riforma, allo stato attuale, non sposa in pieno la visione italiana è il giudizio che arriva da un altro esponente dei falchi, il ministro delle Finanze austriaco, Magnus Brunner. Parlando ai giornalisti ha riconosciuto che la presidenza spagnola "si è avvicinata all'Austria e alla Germania" e ha ritenuto la proposta "positiva" poichè accoglie molte delle richieste da questi avanzate. Come il collega tedesco, ha sottolineato che il dibattito deve continuare affinchè le regole siano "quantificabili".
"C'è ancora molto lavoro da fare, abbiamo un ultimo miglio da percorrere, ma come i pellegrini sul Cammino di Santiago, cominciamo a vedere la cattedrale", ha ironizzato la ministra dell'Economia spagnola, Nadia Calvino, che ha il compito in quanto presidenza di turno dell'Ue di portare avanti i negoziati. Ha annunciato che molto probabilmente verrà convocato un Ecofin straordinario entro fine novembre (la data abbozzata in matita sul calendario è il 23) per arrivare con il testo legislativo alla riunione formale dell'8 dicembre.