AGI - I mercati continuano a correre in avvio di settimana, in attesa di numerosi interventi di banchieri centrali, tra cui la presidente della Bce, Christine Lagarde e il Governatore della Fed, Jerome Powell, entrambi in agenda giovedì e dopo che la scorsa settimana Wall Street ha chiuso ai massimi dell'anno. A galvanizzare gli investitori la scorsa settimana ci hanno pensato la Fed e i dati sul mercato del lavoro a stelle e strisce, che hanno spinto i mercati a prefigurare la fine del ciclo dei rialzi dei tassi da parte delle banche centrali.
Oggi in Asia le Borse sono in rally e i future a New York avanzano, mentre quelli in Europa sono più deboli, dopo che la settimana scorsa l'azionario su entrambe le sponde dell'Atlantico è balzato intorno al 5%. Anche il dollaro è vicino ai minimi di sei settimane e i rendimenti dei Treasury sono tutti sotto i massimi da 16 anni del 5% toccati prima di mercoledì scorso, quando la Fed, come spiega Vincenzo Bova, senior analist di Mps, "ha detto quello che i mercati volevano sentirsi dire".
Jerome Powell a metà della scorsa settimana, ha assicurato che procederà con "cautela" sui tassi, non ha forzato sulla possibilità di un nuovo rialzo del costo del denaro e ha avvertito che i tassi governativi sono saliti, aggiungendo che questo restringe le condizioni finanziarie sui mercati. Insomma, la Fed ha dato l'impressione di aver probabilmente finito con la fase del rialzo dei tassi.
E ora il grosso dei trader scommette che a dicembre non ci sarà alcun rialzo e che entro giugno del 2024 i banchieri centrali americani inizieranno a tagliare. Più in generale un po' tutte le banche centrali si sono messe su questa strada e a rafforzare questa aspettativa è arrivato venerdì il dato sul mercato del lavoro Usa, che si è raffreddato, incoraggiando ancora di più i mercati.
Oggi in Asia la Borsa di Tokyo sale di oltre il 2%, dopo che il settore servizi in Giappone è cresciuto più del previsto a ottobre. In rialzo di oltre il 4% Seul, dopo l'annuncio del governo sudcoreano di aver avviato un divieto totale delle vendite allo scoperto nei mercati locali. La mossa arriva dopo che il mese scorso il governo ha inflitto multe record a due banche globali per vendite allo scoperto.
Bene anche le Borse cinesi, con Hong Kong che guadagna l'1,5% e Shanghai quasi l'1%, in attesa dei dati cinesi, a partire da quello di giovedì sull'inflazione, che è dovrebbe tornare a registrare una variazione negativa dei prezzi al consumo, dopo la stagnazione registrata dai Pmi a ottobre. Sempre dalla Cina, arriva domani la lettura di ottobre della bilancia commerciale, che offrirà un quadro sullo stato di salute dell'economia globale.
Più contenuti i guadagni della borsa di Sydney, in attesa della riunione di domani della Reserve Bank of Australia, che si prevede rialzerà i tassi di 25 punti base, a causa della ripresa dell'inflazione nell'ultimo trimestre. In Asia si rafforzano le monete più a rischio, come il won sudcoreano e il baht tailandese che guadagnano rispettivamente lo 0,5% e lo 0,2%. Anche il ringgit malese è in rialzo dell'1,2%, mentre lo yen giapponese è sceso dello 0,2%, stabilizzandosi sotto il livello di quota 150 sul dollaro.
In netta ripresa invece l'euro, tornato sopra quota 1,07 dollari in attesa di Powell e Lagarde, che giovedì potebbero tenterare di stemperare questo forte ottimismo dei mercati rimarcando la necessità di mantenere i tassi alti a lungo, visti gli elevati livelli di inflazione. Questa settimana saranno da monitorare con attenzione anche le aste che il Tesoro americano effettuerà sui tratti a 3, 10 e 30 anni, alla luce della debole domanda emersa nelle ultime tornate. La settimana sarà invece scarna di dati macroeconomici e in Europa gli unici dati di rilievo giungeranno oggi e domani dalla Germania e riguarderanno gli ordini di fabbrica e la produzione industriale, dai quali vedremo se saranno confermati i segnali di debolezza evidenziati dagli indici Pmi.
Infine, la stagione delle trimestrali giunge agli sgoccioli negli Usa, mentre prosegue intensamente in Europa.