AGI - La Fed è tornata ad aumentare i tassi di interesse dopo la pausa di giugno, portandoli al livello più alto da 22 anni a questa parte per combattere l'inflazione.
Il principale tasso di riferimento della Fed, salito di un quarto di punto percentuale, si trova ora nella fascia tra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi da gennaio 2001. La decisione è stata presa all'unanimità dagli 11 membri votanti del Comitato di politica monetaria, il Fomc.
Si tratta dell'undicesimo rialzo dei tassi dal marzo 2022, ma i funzionari della Fed non hanno specificato nella loro dichiarazione se intendono continuare ad aumentare i tassi nei prossimi mesi. "Il comitato continuerà a valutare le informazioni aggiuntive e le loro implicazioni per la politica monetaria", ha dichiarato la Fed nella nota al termine della riunione di due giorni del Fomc.
"Gli indicatori recenti - si legge nel comunicato finale - suggeriscono che l'attività economica si è espansa a un ritmo moderato. Negli ultimi mesi la crescita dei posti di lavoro e' stata robusta e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L'inflazione rimane elevata".
"Il sistema bancario statunitense è solido e resistente", prosegue il Fomc. "L'inasprimento delle condizioni di credito per famiglie e imprese potrebbe pesare sull'attività economica, sulle assunzioni e sull'inflazione. L'entità di questi effetti rimane incerta. Il Comitato, si conclude, rimane molto attento ai rischi di inflazione", si conclude.
In conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha mantenuto equilibrio spiegando che l'approccio per il futuro si baserà sui dati macro che arriveranno decidendo "riunione per riunione". Interpellato dai giornalisti sulle mosse di settembre, Powell ha ribadito il concetto: "Può essere che aumenteremo i tassi se i dati lo giustificheranno o potremmo fermarci" sempre se le indicazioni che ci arrivano lo richiederanno.
In ogni caso, ha osservato, il calo dell'inflazione a giugno è una buona notizia anche se si tratta di un mese. Il numero uno della banca centrale ha poi spiegato che i tassi resteranno alti per un po' di tempo e che, di conseguenza, nessun taglio dei tassi è previsto quest'anno. L'inflazione, ha detto, "non tornerà al 2% almeno fino al 2025" evidenziando tuttavia che nessuna recessione è prevista nel 2023.
Come va l'economia americana
Gli indicatori recenti suggeriscono che l'attività economica si è espansa a un ritmo moderato. Negli ultimi mesi la crescita dei posti di lavoro è stata robusta e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L'inflazione rimane elevata, si legge nel comunicato al termine della due giorni della riunione del Fomc.
Il sistema bancario statunitense è solido e resistente, prosegue il Fomc. L'inasprimento delle condizioni di credito per famiglie e imprese potrebbe pesare sull'attività economica, sulle assunzioni e sull'inflazione. L'entità di questi effetti rimane incerta. Il Comitato, si conclude, rimane molto attento ai rischi di inflazione.