AGI - Resta sulla difensiva, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, dopo le polemiche che lo hanno investito seguite alla sua partecipazione all’inaugurazione di Maxxi Estate, quando si era lasciato andare più volte a espressioni colorite e a un linguaggio non proprio urbano. In un colloquio con il Corriere della Sera Sgarbi ha ribadito a chi lo interpellava nuovamente sulla presa di distanza del ministro Gennaro Sangiuliano e del direttore del Maxxi, Alessandro Giuli, che non ha alcuna intenzione di dimettersi, poiché presente all’iniziativa in qualità di semplice “amico di Morgan”, e poi perché non era un’occasione istituzionale, bensì “uno spettacolo”.
“Se mi venissero chieste le dimissioni per una cosa del genere – ha osservato - il ministero della Cultura dovrebbe chiudere le porte per sempre. Sarebbe censura, vero fascismo”.
Intanto, alle prese di posizione politiche si aggiungono quelle di personalità del mondo della cultura: la regista Cristina Comencini ha annunciato che non presenterà – come inizialmente programmato – il proprio libro al Maxxi, appunto. “Non me la sento più – ha spiegato - dopo aver sentito il sottosegretario alla Cultura parlare in quel modo sulle donne".
Una delle prime e più incisive proteste contro la 'performance' di Sgarbi era arrivata, peraltro, dal leader di Azione, Carlo Calenda, figlio della regista, ma anche dagli leader delle opposizioni continua il pressing sul ministro e sul premier per rimuovere Sgarbi. Per il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, “in qualunque Paese normale un sottosegretario che dice queste quelle cose il giorno dopo non lo fa più".
In precedenza, a chiedere le dimissioni del sottosegretario erano stati esponenti di tutti i partiti d’opposizione, mentre il Verde Bonelli è andato oltre, citandolo in giudizio. Il ministro Sangiuliano aveva affermato di essere “da sempre e categoricamente lontano da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio, che giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le istituzioni”.
Quarantaquattro dipendenti del Maxxi, dopo la diffusione dei video dell’ospitata di Sgarbi, avevano scritto a Giuli per protestare, per poi manifestare allo stesso presidente della Fondazione solidarietà parlando di "strumentalizzazione" della loro iniziativa.E poi c'è Marco Castoldi, in arte Morgan, presente a sua volta su quel palco. Non c’è stato “nessun sessismo” e si è trattato di una serata di “altissimo valore culturale”, assicura.