AGI - Incrociano le braccia i quasi 4 mila lavoratori civili italiani delle basi Usa, dislocate lungo lo Stivale, per il mancato rinnovo del contratto, scaduto nel 2021: prima a Vicenza, Pisa e Aviano, e poi a Napoli, e Sigonella, con un'adesione che raggiunge "il 90%".
Emilio Fargnoli, segretario nazionale Uiltucs, sentito al telefono dall'AGI, parla di atteggiamento "arrogante, superficiale e sbrigativo" da parte di Jcpc, la Commissione Americana composta dai rappresentanti di Marina, Aviazione ed Esercito con la quale ci si dovrebbe confrontare sul rinnovo del contratto. Usiamo il condizionale perché, come ci spiegano, "la trattativa è ferma". Almeno fino a questo momento, la Commissione "è stata irremovibile".
"In due anni non è stato fatto alcun passo avanti. Dicono di 'no' a tutto". È stallo. "Jcpc ha il mandato, da parte del loro presidente di rinnovare il contratto a costo zero. Pensavamo fosse una provocazione, invece no" dice il sindacalista. In pratica gli americani vorrebbero rinnovare il contratto “non solo alle vecchie condizioni, ma peggiorandolo inserendo delle modifiche sulla malattia" precisa Fargnoli.
Ecco perché ci si è decisi a manifestare: una novità per i lavoratori delle basi Usa, che in decenni, mai sono ricorsi a questa forma di protesta. Con lo sciopero, proclamato dalle segreterie nazionali della Fisascat Cisl e della Uiltucs Uil, si chiede la riapertura del confronto sul contratto e non solo. "Bisogna mettere mano all’inquadramento perché – spiega Fargnoli - viene usato come una clava da parte degli americani, a modo loro. Rivedere il welfare contrattuale, come lo stiamo definendo in tutti i contratti nazionali per le varie aziende. E si devono migliorare le relazioni sindacali".
La vertenza si è inasprita anche per l'improvviso annuncio di 41 esuberi alla base di Vicenza e per "la perdita di posizioni di lavoro italiane a vantaggio di quelle americane" alla base di Napoli, dove si lamenta anche disparità di inquadramento tra americani ed italiani. "A Napoli, dove ho partecipato anche io allo sciopero, la partecipazione è stata massiccia, almeno dell’85%-90%. Sono molto soddisfatto. E lo stesso è accaduto ieri. Le persone proprio non ce la fanno più". Quale sarà la prossima mossa? "Al momento non sono in programma altri scioperi. Ci aspettiamo un segnale positivo e responsabile da parte della Commissione. Certo è che se non arriva vedremo quali sono le altre azioni fare".