AGI - La Commissione europea ha informato Google della sua opinione preliminare secondo cui la società americana avrebbe violato le norme antitrust dell'Ue distorcendo la concorrenza nel settore della tecnologia pubblicitaria, il cosiddetto adtech. La Commissione, nello specifico, contesta che Google abbia favorito i propri servizi tecnologici di pubblicità online a scapito di fornitori concorrenti di servizi tecnologici pubblicitari, inserzionisti ed editori online.
La comunicazione odierna sull'opinione preliminare non pregiudica l'esito dell'indagine, che è ancora in corso. Secondo la Commissione, Google ha abusato delle proprie posizioni dominanti almeno dal 2014. Le presunte pratiche illegittime consistono nel favorire il proprio sistema di scambio di annunci, l'AdX, nell'asta di selezione degli annunci gestita dal sistema "DoubleClick For Publishers" o Dfp, anche questo gestito da Google.
Ad esempio, l'AdX verrebbe informato in anticipo del valore della migliore offerta dei concorrenti che deve battere per vincere l'asta. "La nostra preoccupazione", ha spiegato la vice presidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, "è che Google possa aver utilizzato la sua posizione di mercato per favorire i propri servizi di intermediazione. Ciò non solo potrebbe danneggiare i concorrenti di Google, ma anche gli interessi degli editori, aumentando anche i costi degli inserzionisti", ha fatto notare la commissaria europea responsabile per la Concorrenza.
"Se confermate, le pratiche di Google sarebbero illegali ai sensi delle nostre regole sulla concorrenza", ha aggiunto Vestager. L'articolo 102 del trattato Ue vieta infatti l'abuso di posizione dominante. Il 22 giugno 2021 la Commissione ha avviato un procedimento formale per possibili comportamenti anti-concorrenziali da parte di Google nel settore delle tecnologie per la pubblicità online.
Se la Commissione concluderà che vi sono prove sufficienti per un'infrazione delle norme, potrà adottare una decisione che vieti il comportamento e infliggere un'ammenda fino al 10% del fatturato mondiale annuo della società.
L'Ue: Google ceda una parte dei servizi di pubblicità online
"Accogliamo con favore i significativi progressi compiuti dalla Commissione europea nella sua indagine sulle pratiche abusive di Google nell'attivita' di tecnologia pubblicitaria". Lo ha dichiarato Angela Mills Wade, direttrice esecutiva dell'European Publishers Council (Epc), organizzazione di rappresentanza dei principali editori europei, reagendo all'opinione preliminare della Commissione europea in merito alle presunte violazioni da parte di Google delle normativa antitrust sulla pubblicita' online. "L'Epc aveva presentato un reclamo nel febbraio 2022 esponendo il controllo di Google sia sul lato dell'acquisto che su quello della vendita dei suoi strumenti di tecnologia pubblicitaria e su come ha sfruttato la sua posizione a svantaggio degli editori. Non vediamo l'ora di lavorare con la Commissione mentre il caso continua", conclude la nota.
"L'opinione preliminare della Commissione è che solo la cessione obbligatoria da parte di Google di parte dei suoi servizi risolverebbe i suoi problemi di concorrenza", ha indicato la Commissione. La società americana, ha fatto notare l'esecutivo Ue, "è attiva su entrambi i lati del mercato con il suo ad server per editori e con i suoi strumenti di acquisto di annunci e detiene una posizione dominante su entrambi i lati. Inoltre, gestisce il più grande scambio di annunci. Ciò porta a una situazione di conflitto di interessi intrinseco per Google", si legge ancora nelle conclusioni preliminari che non pregiudicano l'esito dell'indagine ancora in corso.
Google: rigetta posizione Ue, risponderemo di conseguenza
Google respinge le conclusioni delle indagini della Commissione e annuncia che risponderà. "I nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria aiutano i siti web e le app a finanziare i propri contenuti e consentono alle aziende di tutte le dimensioni di raggiungere in modo efficace nuovi clienti. Ci impegniamo a creare valore per i nostri partner in un settore altamente competitivo come questo - che si tratti di inserzionisti oppure dei publisher che ospitano pubblicità sui propri siti e app. L'indagine si concentra su un aspetto ristretto della nostra attività pubblicitaria, e non si tratta di una novità. Non condividiamo il punto di vista della Commissione europea e risponderemo di conseguenza", afferma in una nota Dan Taylor, vice presidente di Global Ads, Google.
Gli editori: bene i progressi della Commissione contro gli abusi
"Accogliamo con favore i significativi progressi compiuti dalla Commissione europea nella sua indagine sulle pratiche abusive di Google nell'attività di tecnologia pubblicitaria", ha dichiarato Angela Mills Wade, direttrice esecutiva dell'European Publishers Council (Epc), organizzazione di rappresentanza dei principali editori europei, reagendo all'opinione preliminare della Commissione europea in merito alle presunte violazioni da parte di Google delle normativa antitrust sulla pubblicità online.
"L'Epc aveva presentato un reclamo nel febbraio 2022 esponendo il controllo di Google sia sul lato dell'acquisto che su quello della vendita dei suoi strumenti di tecnologia pubblicitaria e su come ha sfruttato la sua posizione a svantaggio degli editori. Non vediamo l'ora di lavorare con la Commissione mentre il caso continua", conclude la nota.