AGI - A trainare l’inflazione sono i costi di mutui e utenze che da sole generano oltre il 50% del totale. Mentre il rialzo dei prezzi dei beni di largo consumo confezionato pesa solo il 21%. E’ quanto emerge dalla tre giorni de Linkontro 2023, il convegno organizzato da NIQ (NielsenIQ) che si è tenuto a Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari.
Partendo dalle rilevazioni Istat e incrociandole con i dati NIQ risulta che il differenziale medio mensile per famiglia, dovuto all’inflazione, è di 446 euro, quindi in media le famiglie italiane spendono quasi 500 euro in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia approfondendo questo dato, emerge che il differenziale generato dal largo consumo è di soli 35 euro, ovvero meno dell’8%.
L’aumento dei prezzi ha portato a una maggiore focalizzazione sui volumi di vendita nel largo consumo confezionato concentrando l’attenzione sulla recente contrazione degli stessi negli ultimi sei mesi.
Tuttavia, considerando un periodo più ampio, e in particolare dall’anno dell’Expo del 2015 al 2022, “il largo consumo confezionato ha segnato una crescita dei volumi di oltre 9 punti dimostrando di essere una filiera virtuosa e di esserlo tuttora”, ha osservato Luca De Nard, Amministratore Delegato NIQ Italia.
Infatti, i dati raccolti a livello internazionale dall’OECD (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), in merito a una analisi relativa al contributo dell’indice dei prezzi a consumo, mostrano come l’impatto generato dall’inflazione del settore sia decisamente minore del percepito.
“Il percepito del peso degli aumenti nel largo consumo – ha spiegato De Nard - penalizza eccessivamente la nostra filiera che, al contrario, negli anni, ha dimostrato di essere virtuosa, lasciando per sua natura al consumatore la possibilità di effettuare delle scelte. Ciò non accade per altre spese che, oltre ad aver un maggior impatto sulle tasche degli italiani, non permettono rapide sterzate come per il carrello della spesa. L’analisi svolta non intende sminuire il fenomeno inflazionistico nel largo consumo ma ne fotografa in modo più oggettivo l’impatto”.