AGI - La Borsa di Milano affonda spinta al ribasso dai titoli dei bancari. Pesa ancora il caso Silicon Valley Bank e in particolare il crollo di Credit Suisse. li occhi sono puntati anche sulla riunione della Bce che domani dovrà decidere sul nuovo rialzo dei tassi. L'indice Ftse Mib cala del 4%. A picco le banche con Unicredit che cede il -7%, Banco Bpm e Intesa Sanpaolo oltre il 6% e Finecobank il 6%. Anche Wall Street apre in calo, con il Dow Jones che cede l'1,44% e il Nasdaq il -1,13%.
"Mi sembra che il sistema italiano sia solido e non abbia le stesse regole di quello americano dopodiché vigiliamo perché bisogna sempre vigilare". Cosi' il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in merito all'impatto del fallimento della banca californiana Svb, a margine del convegno sui bonus edilizi.
Le Borse europee, dopo un inizio difficile, aumentano le perdite in attesa del direttivo della Bce di giovedì che dovrà decidere un nuovo aumento dei tassi di interesse. A Francoforte il Dax cede lo 0,85%, a Londra l'Ftse 100 lascia sul terreno l'1,12% e a Parigi il Cac 40 l'1,37%. A Madrid l'Ibex-35 perde l'1,67% e l'Ftse Mib di Milano segna -1,66%.
Il caso Credit Suisse
Il maggiore azionista di Credit Suisse, la Saudi National Bank, non sosterrà "assolutamente" la banca aumentandone il capitale. Lo ha dichiarato il suo presidente Ammar al-Khudairy in un'intervista a Bloomberg Tv. "Attualmente possediamo il 9,8% della banca. Se superiamo il 10%, entrerà in vigore una serie di nuove regole" e "non siamo propensi a entrare in un nuovo regime normativo", ha detto al-Khudairy. Credit Suisse è crollata in Borsa subito dopo. Il titolo della banca svizzera perde attualmente oltre il 20% a 1,80 franchi.
Gli effetti del caso Silicon Valley Bank
"Il caso della Silicon Valley Bank non ha avuto alcun effetto negativo per i risparmiatori in Italia e in Europa. Ci sono state conseguenze sui mercati finanziari, ma anche li', dopo un primo calo vistoso, c'è già stato il cosiddetto rimbalzo. Il settore bancario italiano è uno dei più sicuri al Mondo. Le banche del nostro Paese hanno indici di liquidità molto alti, pari al 160%, cioè dispongono di liquidità aggiuntiva, molto oltre i minimi stabiliti dalle leggi e la nostra vigilanza è sempre attenta. Mi sento di dire che possiamo stare tranquilli". Lo scenario è tratteggiato dal segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Radio Anch'io in onda su Radio Rai Uno.
"In ogni caso, quella della banca californiana è una crisi di liquidità e non è una insolvenza. C'è stato un doppio problema: di gestione della banca e di controlli. È perciò sbagliato fare catastrofismi o parlare di contagio sia negli Stati Uniti sia nel resto del Mondo. La Silicon Valley Bank concentrava tutte le sue attività nel settore tecnologico sia come depositi sia come prestiti: questo tipo di impostazione non sarebbe permessa in Europa, perché le regole impongono una ampia diversificazione. Altro errore: quella banca aveva concentrato tutta la sua liquidità in titoli a lunga scadenza (decennale o ventennale) e questo aspetto - che in Europa non sarebbe stato consentito dalla vigilanza della Bce - ha creato appunto la crisi di liquidità della banca quando la clientela ha cominciato a ritirare i propri depositi", ha aggiunto.