AGI - Questa settimana l'attenzione dei mercati sarà focalizzata principalmente, giovedì, sulla riunione della Bce e, martedì, sull'inflazione statunitense. Relativamente alla Bce è scontato un rialzo da 50 punti base, ma sarà importante capire se verrà lasciata la porta aperta a ulteriori significativi rialzi anche a maggio e nelle riunioni successive.
L'Istituto rilascerà anche le nuove stime su crescita e inflazione con quest'ultima che potrebbe essere rivista al ribasso sulla componente headline e al rialzo su quella core. Negli Usa gli economisti si attendono un rallentamento sia dell'inflazione headline (dal 6,4% al 6%), sia di quella core (dal 5,6% al 5,5%). Da monitorare soprattutto il dato core services ex housing, citato più volte da Powell.
Tra gli altri dati macro, ricordiamo mercoledì i prezzi alla produzione Usa e le vendite al dettaglio, attese in deciso rallentamento, dal 2% allo 0,2% mensile. Le vendite ci forniranno indicazioni sull'andamento dei consumi dopo il calo superiore alle attese della fiducia dei consumatori Usa. In area euro, oltre ai dati sull'inflazione finale di febbraio, che saranno rilasciati venerdì, avremo, mercoledì, i dati sulla produzione industriale di gennaio, che sarà il primo dato consuntivo relativo al primo trimestre.
Sempre mercoledì in Cina saranno pubblicati i dati su produzione industriale e vendite al dettaglio di febbraio, con queste ultime attese in deciso rialzo, grazie in parte alle festività del nuovo anno lunare terminate il 9 febbraio. La prossima settimana il settore bancario sarà il 'sorvegliato speciale' dopo il fallimento della Silicon Valley Bank, che ha terremotato tutto il settore finanziario, mandando in tilt Wall Street.
"La prossima settimana - commenta Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte - dovremmo continuare ad avere un calo dei tassi di mercato", anche perché la Fed, dopo i dati di venerdì sul mercato del lavoro Usa, è ritornata sui suoi passi e ora per le riunione del 22 marzo punta più a un rialzo dei tassi di un quarto di punto che non a una stretta di mezzo percentuale, come aveva lasciato intedere Jay Powell nelle sue audizioni al Congresso.
A febbraio l'economia a stelle e strisce ha creato posti di lavoro superiori alle attese, ma un aumento delle retribuzioni orarie inferiore al previsto, che ha temperato in parte le aspettative degli investitori sulle future mosse della Federal Reserve. "Powell soprattutto mercoledì scorso alla Camera aveva detto che sui tassi andrà avanti, ma ancora nulla è deciso in termini di entità del rialzo - spiega Cesarano - e questo dovrebbe frenare i rendimenti dei Treasury, anche se penso che nei prossimi sette giorni sulle Borse proseguira' la 'maretta', cioe' potremmo avere altre turbolenze, perche' la Fed assumera' un ritmo meno veloce sul rialzo dei tassi, ma per tirar giù l'inflazione continuerà a drenare liquidita' dai mercati. E questo terrà ancora un po' in tensione l'azionario".
A complicare un po' il quadro la prossima settimana, c'è anche l'inizio da sabato mattina del blackout delle dichiarazioni pubbliche dei funzionari Fed, dovuto all'approssimarsi della riunione del Fomc sui tassi, prevista per il 22 marzo. Questo renderà più difficile capire quale sara' la direzione che i membri del Fomc intendono seguire sui tassi e piu' importante il monitoraggio dei dati, a partire da quello di martedi' sull'inflazione Usa.