AGI - Mele e pere potrebbero essere il prossimo deficit alimentare del Regno Unito, scrive il Guardian. I coltivatori britannici stanno infatti piantando solo un terzo del numero di alberi necessari per mantenere i frutteti, anche perché – lamentano – “i guadagni dalla vendita ai supermercati sono insostenibili” e insufficienti. Ma quanti alberi dovrebbero essere piantati per tenere il settore in equilibrio? “Almeno 1 milione di nuovi alberi l’anno per mantenere i 5.500 ettari di produzione del Regno Unito”, spiega Ali Capper, capo dell'associazione di categoria British Apples & Pears, che rappresenta circa l'80% del settore.
Racconta il quotidiano londinese che quest'anno gli agricoltori avevano programmato “di ordinare solo 480.000 meli e peri, ma il numero è stato ridotto a 330.000” per via dei mancati investimenti in considerazione dei bassi rendimenti della grande distribuzione. Capper afferma che i costi dei frutticoltori sono aumentati di circa il 23% poiché i costi di raccolta, energia, trasporto e imballaggio sono anch’essi aumentati mentre la resa è stata inferiore all'1% e "la maggior parte dei coltivatori sta ora perdendo denaro". Tant’è che non sono pochi quelli che stanno pensando di abbandonare la produzione mentre altri hanno già congelato l’attività dei frutteti o li stanno estirpando man mano che i guadagni latitano.
Da parte sua, la Gran Bretagna sta già affrontando da tempo la carenza di diversi prodotti alimentari freschi, al punto che gruppi come Tesco, Asda, Aldi e Morrisons hanno limitato gli acquisti di pomodori, cetrioli, peperoni per via del freddo in Spagna e Nord Africa che ha colpito i raccolti, oltre ai forti tagli dei coltivatori britannici e olandesi che ora piantano insalate in serra. Ma non è tutto: alcuni importatori sostengono che la Brexit ha anche significato che il Regno Unito “è ultimo dietro l'Unione Europea quando per acquistare prodotti freschi".
Secondo l'Office for National Statistics, infatti, quasi un quinto (18%) degli adulti del Regno Unito ha affermato di aver subito carenze di prodotti alimentari essenziali nelle ultime due settimane rispetto al 13% d’un anno fa e gli importatori di generi alimentari affermano che l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue continua a significare costi più elevati e ritardi burocratici. Per Thérèse Coffey, ministro dell'Ambiente, la carenza di prodotti alimentari freschi durerà al massimo un mese, ma alcuni coltivatori britannici scommettono che potrebbe durare fino a maggio. Il capo dell'associazione di categoria British Apples & Pears sottolinea che la scomparsa degli alberi da frutto “non solo metterebbe a rischio la sicurezza alimentare, ma inciderebbe sulla biodiversità che era stata favorita in molti frutteti”.