AGI - I mercati, seppure con cautela, guardano positivamente alle parole del presidente della Fed, Jerome Powell, che martedì è stato meno 'falco' del previsto. Il processo di disinflazione è iniziato, "è alle fasi iniziali e la strada è lunga", ha detto Powell all'Economic Club di Washington, aggiungendo che probabilmente serviranno altri rialzi dei tassi ma nel 2023 l'inflazione scenderà.
Wall Street ha apprezzato e ha chiuso positiva e oggi i future dell'indice di New York restano orientati verso il segno più, seppure poco mossi, non solo per Powell ma anche per il discorso sullo stato dell'Unione del presidente Joe Biden, il quale mette in guardia la Cina dal minacciare la sovranità americana e rivolge un appello bipartisan ai repubblicani, invitandoli a lavorare assieme ma anche sfidandoli ad alzare il tetto del debito degli Stati Uniti e sostenere politiche fiscali più amichevoli per la classe media americana.
Intanto in Asia i listini viaggiano contrastati: Hong Kong è piatta e Seul sale di oltre l'1%, mentre Shanghai scende e anche Tokyo arretra, frenata dai titoli di Nintendo, SoftBank e Sharp, crollati dopo delle deludenti trimestrali e per la debole prospettiva della domanda delle aziende tecnologiche.
Le azioni di Nintendo vanno giù del 7%, dopo che il produttore della console per videogiochi Switch ha tagliato le sue prospettive per l'intero anno. In calo del 6% SoftBank, dopo essere finita in rosso per il quarto trimestre consecutivo. E giù dell'11% Sharp, che registra il suo più forte calo in un giorno da 3 anni e mezzo.
Sul mercato obbligazionario i rendimenti dei Treasury sono in leggero calo, ma restano su livelli elevati, con il 10 anni sopra il 3,6% e il 2 anni oltre il 4,4%. Sul mercato valutario invece il biglietto verde cala un po' dopo Powell e soprattutto dopo Biden, il quale avrà il suo bel da fare nei rapporti con la Cina e a far passare le sue proposte economiche, con mezzo Congresso in mano ai repubblicani.
Le conseguenze del sisma in Turchia e Siria. Il porto turco di Ceyhan è l'hub principale per le esportazioni del petrolio azero e smista anche il greggio dal Kurdistan iracheno. L'interruzione delle forniture di greggio arriva mentre la Cina è in ripresa e dunque la domanda globale è attesa in crescita.