AGI - La pandemia che ha colpito il Pianeta negli ultimi due anni è stata come un terremoto per il mondo della ristorazione, che “ha comportato cambiamenti profondi che probabilmente modificheranno il panorama della ristorazione in modo permanente”, prospetta il Washington Post. Ed è cambiato perché “noi stessi avventori siamo cambiati”, annota il quotidiano.
Intanto, la prima cosa è che “i ristoranti vedono ancora il 16% in meno di persone che pranzano nei locali rispetto a prima della pandemia” mentre la consegna a domicilio “è aumentata di oltre il 5% e il trasporto è in calo del 3”.
Il grande vincitore? È il drive-through, percorribile in auto, in aumento del 13%, tant’è che “in questo momento, il 39% di tutto il traffico dei ristoranti è su corsia preferenziale”, ha affermato Hudson Riehle, economista della National Restaurant Association.
Ovvero? Un esempio è il Taco Bell's Defy, concetto che ha debuttato in un sobborgo di Minneapolis a giugno, con quattro corsie drive-through, una cucina al secondo piano e ordini - con corsie dedicate esclusivamente ai fattorini o agli ordini effettuati tramite l'app mobile di Taco Bell - consegnato sulla strada tramite tubi dall'aspetto spaziale direttamente alle vetture dei clienti in circa due minuti dal momento dell'ordine.
“Non c'è alcuna sala da pranzo”. Ma anche McDonald's sta facendo lo stesso, presentando un prototipo di ristorante a Fort Worth per gli ordini da asporto e da consegnare. L'anno scorso, la catena di fast food ha aggiunto un proprio servizio di consegna a domicilio e, sebbene in molti casi la consegna valga quasi il doppio del prezzo d’acquisto al drive-through, i clienti sono ugualmente entusiasti. È un mix di velocità ed efficienza quel che si cerca.
Perciò, accelerata dalla pandemia, la strategia digitale dei ristoranti è diventata fondamentale. L'industria della ristorazione ha visto quest'anno un aumento del 18% nei ristoranti che offrono ordini online diretti, secondo BentoBox, una società di siti web di ristoranti.
Scrive il Post: “Questo perno della ristorazione digitale ha anche dato la priorità ai menu delle app di consegna e ai programmi fedeltà basati su app mobili. McDonald's, che ha lanciato il suo programma fedeltà circa un anno fa, contava 25 milioni di membri al 30 settembre che erano stati attivi sulla sua app nei 90 giorni precedenti”.
Insomma, tutti si aspettano ordinazioni digitali, anche se un’app di base da sviluppare per la consegna di cibo su richiesta costa tra 30.000 e 50.000. E se per i grandi ristoranti aziendali tale costo può essere ammortizzato, per molti ristoranti indipendenti, questo costo può essere proibitivo, escludendoli dall’utilizzo di questo strumento sempre più essenziale. Morale?
"Assisteremo a uno svuotamento nel mondo della ristorazione", ha detto Laurie Thomas, proprietaria di due ristoranti a San Francisco e direttrice esecutiva della Golden Gate Restaurant Association.