AGI - "Potremo introdurre un incremento di sanzioni in base al reddito". Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami, a margine della presentazione del Rapporto Dekra sulla Sicurezza Stradale. "Nell'ambito della revisione del codice della strada, che Salvini ha annunciato, svolgeremo un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni perché se la sanzione ha evidentemente una natura anche afflittiva una persona che ha un reddito più elevato può evidentemente essere afflitto da un punto di vista di contrasto a fenomeni di sicurezza stradale con una sanzione più elevata".
Se per l'Italia pagare le multe stradali in base al reddito sarebbe una novità assoluta, così non è nel resto d'Europa, dove in molti Paesi funziona così già da tempo, in Finlandia addirittura dagli anni Venti. La sanzione proporzionata al portafoglio di chi commette l'inflazione è una realta anche in Germania, Danimarca, Svezia, Francia, Svizzera, Belgio e Gran Bretagna, ultimo Paese ad aver introdotto il sistema nel 2017.
A cambiare è però il metodo di calcolo della multa. In Gran Bretagna, ad esempio, le infrazioni sono suddivise in ordine crescente di gravità. E la sanzione varia tra il 25% e il 175% del reddito settimanale dell'automobilista coinvolto a seconda della serietà della trasgressione, con un tetto massimo fissato a 2.500 sterline per una violazione commessa in autostrada e a 1.000 nella restante viabilità.
In Finlandia invece, dove l'ammenda può arrivare a un sedicesimo del salario mensile, non c'è alcun limite. Il record, però, riferisce il sito specializzato "Fleet magazine", è stato registrato in Svizzera. Nel 2010 un turista svedese con la sua Mercedes Sls Amg percorse il tratto Berna - Losanna a 290 Km all'ora, ovvero 170 Km/h oltre il limite consentito: la multa fu di 677.000 euro.