AGI - "L'impennata del costo dell'energia mette a rischio la sopravvivenza delle nostre imprese, non solo nelle industrie a elevata intensità energetica, ma anche nei servizi e nell'agricoltura. Le famiglie sono duramente colpite dal forte rialzo dell'inflazione mentre le retribuzioni crescono a un ritmo moderato. L'impatto sui bilanci familiari, prima di considerare le misure di sostegno adottate dal Governo, è particolarmente grave per le fasce della popolazione con redditi più bassi". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell'audizione sulla manovra nelle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato.
E Giorgetti sottolinea come "le risorse stanziate con la legge di Bilancio per il 2023 coprono le politiche di contrasto al caro energia limitatamente al primo trimestre dell'anno prossimo". Ma il governo è pronto a nuove misure in caso di necessità. "A fine marzo, con la predisposizione del programma di stabilità 2023 - aa assicurato - il Governo rivaluterà la situazione e, se necessario, attuerà nuove misure di contrasto al caro energia".
Il monitoraggio del livello dei prezzi "sarà, comunque, una priorità del Governo" ha detto ha detto Giorgetti, nel corso dell'audizione e non esclude che, in caso di evoluzione positiva dello scenario macro, la possibilità di "ridurre o addirittura eliminare le misure eccezionali adottate non appena i prezzi del gas naturale, dell'energia e dei carburanti rientreranno verso livelli in linea con il periodo pre-crisi".
Nei trimestri a cavallo di fine anno è infatti prevista una "temporanea flessione del Pil" e il ministro spiega così la necessità di abbassare le stime di crescita del Pil nel 2023 da 0,6 per cento a 0,3 per cento.
"Tuttavia, guardando più oltre - ha aggiunto - nell'ipotesi che non si verifichino nuovi shock e che la configurazione dei prezzi dell'energia nel 2023-2025 sia in linea con quanto scontato dai mercati a termine (con livelli di prezzo elevati ma tendenzialmente decrescenti), nonché tenuto conto delle misure di sostegno a imprese e famiglie prevediamo che l'economia riprenda slancio nel corso del 2023, anche grazie al maggior impulso generato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza". Una crescita che porterà il prodotto interno lordo a "quasi il 2 per centro nel 2024".
"Il successivo rallentamento all'1,3 per cento previsto per il 2025 - ha aggiunto - è di natura prudenziale e riflette la consuetudine per cui la previsione di medio termine debba 'piegare' verso il tasso di crescita potenziale stimato per l'economia italiana. Il nostro impegno è di conseguire un tasso di crescita del PIL assai più elevato di quanto indicato dal quadro programmatico anche nel 2025".
Giorgetti nel corso dell'audizione ha spiegato che l'economia italiana è "in fase di rallentamento" e stiamo assistendo a "un forte rialzo dell'inflazione "dopo la fase di rimbalzo post-pandemico del Pil" ma "non sembra condivisibile il pessimismo oggi prevalente sulle prospettive per l'economia internazionale e, in particolare, per quella italiana, pessimismo che traspare anche dalle previsioni economiche di organizzazioni quali il Fondo Monetario Internazionale".