AGI - Prende forma il testo della manovra economica, la prima del governo di Giorgia Meloni, atteso lunedì in Consiglio dei ministri. Rientrerà nel documento anche l'ampliamento a 5 mila euro del tetto al contante, inizialmente incluso nelle prime bozze del Dl Aiuti quater e poi espunto. Non sussisterebbero, infatti, ragioni di urgenza tali da giustificare il ricorso all'inserimento all'interno di un decreto legge. Tra le fonti di finanziamento, a quanto filtra, potrebbe essere presente la volountary disclosure di capitali ora all'estero.
Si fa strada anche l'ipotesi di una riattivazione, sempre tramite la legge di bilancio, della società Ponte sullo Stretto Srl, in liquidazione dal 2013, visto il rinnovato interesse dell'esecutivo nei confronti dell'infrastruttura. Tornato dal G20 di Bali, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti si è messo subito al lavoro assieme agli uffici del Mef per la stesura del testo.
Il cuore del provvedimento sono gli aiuti in favore di famiglie ed imprese per far fronte al caro bollette, finanziati con uno scostamento di bilancio da 21 miliardi di euro. A cui si aggiungono i 9,1 miliardi già stanziati sempre per mitigare il caro energia tramite il Dl Aiuti quater. Ora si lavora per reperire i fondi necessari a finanziare le misure allo studio.
Nella normale interlocuzione prima del varo di un decreto, il Colle ha notato che costituzionalmente era preferibile inserire la norma sul contante in manovra. Visto che l'entrata in vigore era prevista il 1 gennaio 2023 da palazzo Chigi si è convenuto su questa forma che non modifica la sostanza. La modifica al tetto sul contante, infatti, sarebbe scattata comunque dall'inizio del prossimo anno in sostituzione della precedente norma contenuta nel milleproroghe che ne prevedeva invece la riduzione a mille euro. Con l'inserimento del provvedimento in manovra, dunque, non cambiano gli effetti pratici.
Nel provvedimento sono attese misure su pensioni, con quota 41 come idea di partenza, riduzione del cuneo fiscale nella parte relativa ai lavoratori, ed ampliamento della flat tax, con la possibile estensione fino ad 85mila euro per i redditi autonomi e la revisione di quella incrementale. E poi anche una revisione del reddito di cittadinanza, con possibili criteri più stringenti ed un decalage per chi rifiuta una proposta di lavoro, da cui ricavare fino ad un miliardo di euro.
Potrebbe trovare spazio anche la revisione della norma sugli extraprofitti, con il vice ministro Maurizio Leo che nei giorni scorsi ha specificato come la misura attualmente in vigore prevede una tassazione del 25%, mentre il regolamento europeo di riferimento parla di almeno il 33%. Il Mef fa sapere che, in ogni caso, nella manovra non troverà invece posto alcun condono di carattere penale. E che le misure della manovra sono al momento in fase di valutazione politica.
Il testo del documento potrebbe includere anche la revoca dello stato di liquidazione della società Stretto di Messina Spa. L'azienda, partecipata da Rfi, Anas, Regione Calabria e Regione Sicilia, negli anni si è occupata di progettazione e studi di fattibilità dell'opera ed è stata posta in liquidazione da Palazzo Chigi ad aprile 2013.
Ora potrebbe arrivare il ripristino della società, visto il rinnovato intresse del governo nei confronti dell'opera, con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, tra i principali sponsor del dossier. "In manovra daremo dei primi segnali, dei primi punti fermi: innalzamento soglia della flat tax, l'avvio di quota 41, una rinnovata tregua fiscale, una revisione dovuta e obbligatoria del reddito di cittadinanza", spiega Salvini.
"Troveremo di sicuro un aiuto importantissimo alle imprese e alle famiglie per cercare di dare un po' di sollievo, visto il momento di estrema difficoltà. Si cercheranno le risorse necessarie per tamponare una situazione economica che mette in difficoltà tutto il Paese", commenta Giuseppe Mangialavori, deputato di Forza Italia e presidente della commissione Bilancio della Camera.