AGI - L'inflazione sembra finalmente rallentare negli Stati Uniti, scendendo a ottobre al livello più basso da gennaio 2022. Il presidente Usa Joe Biden ha avvertito che sono stati fatti progressi ma il ritorno a livelli normali richiederà "tempo". I mercati mettono il turbo, l'euro torna sopra la parità contro il dollaro e calano i rendimenti dei titoli di Stato dell'Eurozona. In particolare in Italia il tasso a dieci anni dei Btp cala sotto il 4% e lo spread tra Btp e Bund tedeschi si attesta ai minimi da metà agosto.
Lo scorso mese su base annua i prezzi al consumo sono scesi al 7,7% dall'8,2% di settembre. Le previsioni erano per l'8%. Su base mensile sono aumentati dello 0,4% come a settembre, più delle stime che erano dello 0,6%.
Questi dati mostrano "progressi", ma "ci vorrà tempo per vedere l'inflazione tornare a livelli normali - e potremmo subire battute d'arresto lungo il percorso", ha detto Biden. "Lavoreremo con chiunque - democratici o repubblicani - per dare più respiro alle famiglie americane, ma ci opporremo a qualsiasi sforzo per disincentivare la crescita".
"Negli ultimi 18 mesi abbiamo imparato che un mese di buona inflazione non prova nulla, ma vediamo buone ragioni per credere che questo sia il rapporto giusto", ha commentato Ian Shepherdson, economista di Pantheon Macroeconomics.
La Federal Reserve ha il gravoso compito di riportare l'inflazione a circa il 2% annuo, un livello considerato salutare per l'economia. Tuttavia guarda in particolare all'indice Pce che a settembre è rimasto stabile a +6,2% su base annua.
Per frenare l'inflazione, la Fed sta cercando di provocare un rallentamento volontario dell'attività economica attraverso un aumento dei tassi di interesse, che dovrebbe scoraggiare i consumi delle famiglie e quindi allentare la pressione sui prezzi. La salute del mercato del lavoro è considerata un indicatore dell'efficacia di queste misure. Il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare leggermente. Le nuove richieste di disoccupazione settimanali sono aumentate la scorsa settimana oltre le attese a un totale di 225.000, secondo i dati pubblicati oggi.
Le aziende, tuttavia, "stanno scegliendo di rallentare il ritmo delle assunzioni in risposta alle condizioni finanziarie più rigide e alla domanda più debole, piuttosto che licenziare il personale esistente", ha affermato Shepherdson.
A ottobre, il tasso di disoccupazione è salito di 0,2 punti al 3,7%. Ma la creazione di posti di lavoro, pur non essendo così forte come in ottobre, è rimasta solida.