AGI - Lavoro, pensioni, fisco e soprattutto caro energia sono il menù nel piatto del primo incontro a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed i sindacati.
Due settimane dopo il suo insediamento, la premier ha ricevuto le parti sociali, assieme ai ministri economici, in concomitanza con l'avvio della sessione di Bilancio, con la Nadef approvata la scorsa settimana in Cdm e la manovra che verrà varata entro novembre. La prima novità del vertice è il ritorno al tavolo di discussione con il governo dell'Ugl, sigla tradizionalmente vicina alle tematiche della destra, che mancava dai primi incontri dell'esecutivo di Mario Draghi.
Le differenze di impostazione tra la maggioranza di centrodestra ed i sindacati confederali sono note. Così Meloni avvia la discussione sottolineando subito che: "In questo momento la priorità delle priorità è il lavoro, la grande criticità italiana. L'Italia ha tra i tassi più bassi di occupazione dell'Occidente, ha tra i più bassi tassi di lavoro femminile, tra i più alti tassi di lavoro nero".
L'ultima rilevazione Istat segna che ad agosto il tasso di disoccupazione totale era sceso al 7,8% mentre quello giovanile si attesta al 21,2%. Mentre l'inflazione è vicina al 10%.
Meloni ricorda che "siamo nel mezzo di una crisi internazionale sociale, usciamo da una pandemia, c'è una crisi energetica in corso". Quindi apre al confronto con le parti sociali: "Possiamo decidere di affrontare questa situazione in una logica di contrapposizione, oppure decidere di farlo in una logica di collaborazione. Il mio personale approccio sarà di lealtà e di trasparenza, e sono sicura di poter trovare lo stesso atteggiamento anche dall'altra parte di questo tavolo".
Capitolo pensioni, tema centrale per i sindacati. La premier ricorda: "Serve un ragionamento complessivo. Oggi le pensioni sono inadeguate e domani rischiano di essere inesistenti. Non se riusciremo ad agire sulle pensioni già nella legge di bilancio". E ancora: "Mi interessa la separazione tra previdenza e assistenza".
Mentre in materia di energia Meloni annuncia: "La norma sugli extraprofitti va riscritta. Vanno fatte scelte di politica industriale. L'Italia è in una posizione strategica e ho approfondito il rapporto con i Paesi del Mediterraneo. Possiamo essere centrali nella produzione e nella distribuzione dell'energia. Serve un'alleanza per la sicurezza energetica".
I sindacati apprezzano la scelta del confronto ma argomentano con diverse sfumature rispetto ai temi al centro della discussione. Il segretario della Cgil Maurizio Landini è il più cauto: "Sul piano formale il presidente del Consiglio ha dichiarato una grande disponibilità al confronto ed anche noi abbiamo fornito la nostra disponibilità a lavorare. Nel merito, però, ad oggi risposte non ne abbiamo se non sul perimetro per il nuovo decreto aiuti e per la manovra".
Quanto alle proposte del sindacato più a sinistra, Landini aggiunge: "Abbiamo ribadito la necessità di avviare una serie di riforme a partire da quella fiscale. Noi non siamo per la Fiat tax ma per la vera lotta all'evasione, siamo contrari alla logica dei condoni". Il leader della Cgil ricorda inoltre che: "La riforma delle pensioni e la lotta al precariato sono per i sindacati altri due temi su cui agire, come l'emergenza salariale, perché bisogna aumentare il netto nelle buste paga dei lavoratori".
Più aperturista il leader della Cisl Luigi Sbarra: "è stata una riunione positiva, importante, apprezzabile soprattutto per l'impegno che la premier Meloni ha assunto con il sindacato di consolidare e valorizzare il dialogo sociale, tanto nella gestione dell'emergenza quanto nelle fasi di confronto della legge di stabilità".
Mentre il segretario dell'Ugl Francesco Paolo Capone sottolinea: "Il presidente Meloni ha sottolineato che l'energia è la priorità e assorbirà buona parte del tesoretto da 9,5 miliardi destinato ad imprese e famiglie. è stato un confronto ad ampio raggio senza chiusure preconcette da parte di nessuno. è una prima tappa importante che segna un cambio di passo".
Quindi il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, conclude: "La premier ci ha dato disponibilità ad utilizzare il confronto con metodo, nel merito. Noi abbiamo chiesto di aggiungere l'extratassa sugli extraprofitti, che puo' essere pari a 14 miliardi l'anno se applicata al 35% non solo alle aziende del settore dell'energia".